L’Ungheria governerà i lavori del blocco a partire da luglio. E lancia l’ultima provocazione a Bruxelles
Il fatto che Viktor Orban che governerà per sei mesi i lavori dell’Unione europea aveva già fatto scattare più di un campanello d’allarme nel blocco. L’esito delle elezioni europee, l’avanzata delle destre, il cataclisma politico in Francia, con i sovranisti di Marine Le Pen in corsa per guidare l’esecutivo transalpino, e il rischio di ritrovarsi fra qualche mese Donald Trump di nuovo alla Casa bianca, hanno aggiunto ulteriori fonti di preoccupazione. Allarmi e ansie che il leader ungherese ha voluto rilanciare a modo suo, lanciando una nuova provocazione che strizza l’occhio proprio all’ex presidente Usa: “Make Europe great again”. È questo lo slogan che fa da cappello al programma di Budapest per la presidenza di turno dell’Ue, che comincerà a luglio.
Lo slogan (che accompagna un’immagine che riprende il famoso cubo inventato dal magiaro Erno Rubik) è un messaggio di guerra chiaro all’establishment di Bruxelles (di cui Orban ha fatto parte per diversi lustri): “Il nostro motto si riferisce all’idea di una presidenza attiva e concreta, al fatto che insieme siamo più forti, pur rispettando la nostra identità”, ha provato a smorzare il ministro degli Affari europei, Janos Boka durante la conferenza stampa di presentazione del programma della presidenza ungherese. Alla domanda sui legami con il movimento MAga (“Make America great again”) del candidato repubblicano alla Casa bianca, il ministro ha risposto con una battuta: “Per quanto ne so, Donald Trump non ha mai voluto rendere l’Europa forte”, ha scherzato. Ma è chiaro l’intento di Orban di voler rafforzare il legame tra la destra europea e quella che fa riferimento a Trump.
Nel programma, l’Ungheria stila sette priorità, come il rafforzamento della competitività del blocco o la lotta contro l’immigrazione clandestina, uno dei cavalli di battaglia di Orban. L’anno scorso il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione in cui poneva seri dubbi sulla capacità di Budapest di “adempiere in modo credibile al suo compito dato il suo mancato rispetto delle leggi e dei valori dell’Ue”. L’Ungheria è in conflitto con Bruxelles per le carenze nella lotta alla corruzione e all’indipendenza dei media. E l’Ue in risposta ha sospeso l’erogazione di miliardi di euro di fondi europei che avrebbero dovuto essere versati al Paese magiaro. In più, c’è il nodo Russia, con Orban che continua a porre veti alle misure contro Putin e ad accusare la Nato e l’attuale maggioranza a Bruxelles di voler trascinare l’Europa verso una “guerra globale”.