Terremoto in Kamchatka: Un’analisi degli eventi recenti
Roma, 30 luglio 2025 – Cosa è successo in Kamchatka e quali sviluppi ci attendono? Gli esperti, privi di certezze, cercano di interpretare i dati disponibili. La dottoressa Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, esprime le sue considerazioni. “Alle 1,24 della notte scorsa è stata registrata una magnitudine di terremoto compresa tra 8,6 e 8,8, confermata dagli Stati Uniti. L’evento ha avuto luogo in un’area nota per la sua alta pericolosità, come testimoniano eventi passati: nel 1952 si registrò un terremoto di magnitudo superiore a 9”. Riporta Attuale.
Un evento prevedibile?
“Forse non di questa intensità, ma già dal 20 luglio erano stati osservati terremoti di magnitudo 6 nella medesima zona”, spiega la Margheriti.
Origine del sisma
“La placca della crosta oceanica è discesa sotto la Kamchatka. Questo movimento, che avviene a una velocità di 80 millimetri l’anno, genera forti tensioni nella crosta terrestre, le quali si traducono a volte in terremoti estremamente potenti, poiché la placca non riesce a sostenere lo stress accumulato”.
La rottura della faglia
“Questo fenomeno ha interessato centinaia di chilometri in lunghezza e 100 di profondità. Quando parliamo di un ipocentro situato a 20 chilometri di profondità, ci riferiamo al punto in cui la rottura ha avuto inizio, propagandosi poi su un’area vasta”, chiarisce la direttrice.
Tsunami: il pericolo imminente
“Il movimento della crosta ha deformato il fondale marino, dando origine a un’onda tsunami. Si tratta di una serie di onde, alcune delle quali hanno raggiunto altezze notevoli: fino a cinque metri nelle isole Curili; giapponesi sono stati segnalati onde leggermente oltre un metro, mentre alle Hawaii due. La costa occidentale degli Stati Uniti, dal Washington alla California, è a rischio, e l’effetto potrebbe estendersi anche in direzione dell’America Latina, sebbene col passare del tempo l’onda tende a perdere forza”.
Durata dei fenomeni sismici
“La durata dipende da vari fattori. Dopo il terremoto del 2004 in Indonesia, alcune onde tsunami si sono propagate fino alle coste africane anche il giorno seguente. In questo caso, però, possiamo affermare che il picco dell’allerta è ormai passato”, afferma con chiarezza la dottoressa.
Prossimi eventi sismici?
“La sicurezza durante i terremoti è sempre relativa. Sebbene probabilmente non si verifichino eventi sulla stessa faglia nel breve periodo, un movimento di questo tipo può influenzare una vasta area circostante. Tuttavia, i tempi tra terremoti sono generalmente lunghi, rendendo relativamente probabile la ripetizione di eventi simili a quello del 1952 sulla Kamchatka”, continua la Margheriti.
Collegamenti con altri luoghi a rischio
“Non esiste una correlazione diretta tra gli eventi, ma è evidente che un forte terremoto può causare perturbazioni in un’area vasta. I terremoti risultano spesso concentrati lungo margini di placche tettoniche in movimento; situazioni simili si registrano in California e nel Mediterraneo, tra placca africana ed euroasiatica”, sottolinea. “La velocità di spostamento gioca un ruolo cruciale: nella zona della Kamchatka si registra un movimento di 80 millimetri l’anno, mentre in Appennino si parla di solo 3 millimetri”.
L’impatto umano sui terremoti
“Un incremento della sismicità indotta potrebbe verificarsi in alcune aree degli Stati Uniti a causa di pratiche come il fracking, mentre la creazione di laghi artificiali può alterare l’attività sismica in zone limitate. Tuttavia, l’influenza umana non è significativa in termini generali”, chiarisce la dottoressa.
Attività sismica in Italia
“In media, registriamo circa 40 eventi sismici al giorno in Italia, di cui solo uno tende a essere avvertito dalla popolazione, dato che quelli inferiori a 2,5 gradi non sono generalmente percepiti”, conclude la Margheriti.
Registrazione del terremoto in Russia
“I nostri sismografi hanno captato le onde superficiali a bassa frequenza, evidenziando chiaramente l’accelerazione delle onde”, conclude la direttrice.
Situazione nei Campi Flegrei
“La sismicità è attiva e, con il sollevamento della caldera, continueremo a registrare emissioni significative di gas, che potrebbero destare preoccupazione”, aggiunge.
Cambiamento climatico e terremoti
“Non ci sono collegamenti diretti, ma riscaldamento e innalzamento del livello del mare potrebbero influenzare parzialmente la microsismicità. Tuttavia, ciò non impatta sull’attività delle placche tettoniche, che rimane la principale causa dei terremoti”, conclude.