La Malattia Rara dell’Anidrosi: Conseguenze e Rischi
Roma, 3 agosto 2025 – La anidrosi è una malattia rara e congenita che impedisce al corpo di sudare. Recentemente, un ragazzo greco di 14 anni è stato ricoverato in coma a causa di un’insufficienza epatica acuta, scaturita da un colpo di calore. Fortunatamente, è stato salvato grazie a un trapianto di fegato avvenuto a Torino, sotto la supervisione del professor Renato Romagnoli.
Secondo il professor Matteo Cerri, docente di Fisiologia all’università di Bologna, “l’anidrosi deriva da un difetto nei geni responsabili della formazione delle ghiandole sudoripare. Stando ai dati disponibili, questa condizione incide sul 0,5% della popolazione per le forme clinicamente significative e meno dello 0,01% per quelle totali e congenite, che interessano l’intero corpo.”
Le conseguenze di questa malattia sono significative. “Tra gli effetti minori vi sono quelli meccanici”, spiega il professor Cerri. “Il sudore ha anche una funzione lubrificante per le diverse parti del corpo. Per esempio, la pelle che sfrega con i vestiti è protetta da un sottile strato di sudore, che riduce il rischio di traumi da attrito.”
La funzione principale, però, è quella termoregolatoria. Chi soffre di anidrosi “non può proteggersi dall’eccessivo calore”, mette in evidenza il professor Cerri.
Il sudore “rappresenta una strategia di dispersione termica”, in cui l’organismo cede parte dei propri fluidi per abbassare la temperatura corporea. Questo fenomeno è tipico dei mammiferi, mentre uccelli e rettili non sperimentano la sudorazione.
Il professor Cerri evidenzia che “il sudore svolge almeno tre funzioni”. In alcune aree come i palmi delle mani, viene attivato per ragioni di condizionamento ambientale e stress psicologico, soprattutto in situazioni di conflitto. La funzione termoregolatoria è, tuttavia, la più prominente. Inoltre, sono in corso studi, sebbene su un campione limitato, che suggeriscono un potenziale ruolo del sudore nella comunicazione dell’orientamento sessuale e nella ricerca di partner, simile a quanto avviene nei feromoni animali.
Un elemento cruciale è la temperatura corporea, che per la nostra specie si attesta intorno ai 37 gradi. “Questa temperatura ci offre numerosi vantaggi; non dipendiamo dalla luce solare per restare attivi, ed è ideale per il funzionamento cerebrale. Tuttavia, ci sono delle controindicazioni: abbiamo bisogno di nutrirci frequentemente per soddisfare il nostro fabbisogno energetico e la temperatura elevata è prossima a quella che può compromettere la struttura delle proteine,” continua Cerri. Di conseguenza, le persone affette da anidrosi sono maggiormente a rischio di superare i limiti di temperatura corporea, che si aggirano tra i 43 e i 44 gradi.
Va notato che il sudore comporta anche un costo in termini di perdita di liquidi. Ci sono due necessità fondamentali: mantenere la temperatura corporea e garantire una sufficiente idratazione per sostenere la salute cardiovascolare. Quando queste necessità sono in conflitto, prevale la seconda, il che può portare a un aumento eccessivo della temperatura corporea.
In sintesi, la comprensione dell’anidrosi e delle sue conseguenze è vitale per prevenire situazioni di emergenza e migliorare la qualità della vita di coloro che ne soffrono, riporta Attuale.