La crisi politica in Israele e le controversie su Gaza
Il tempo di piangere sul Muro del Pianto è arrivato. Ieri mattina, un graffito apparso su questo simbolico punto di Gerusalemme affermava: «C’è un Olocausto a Gaza». L’autore è stato immediatamente arrestato. La profanazione del Muro ha suscitato una condanna unanime, poiché, come afferma il rabbino Shmuel Rabinovitch, «non è un luogo dove esprimere la protesta».
La situazione politica attuale intorno a Bibi Netanyahu è critica, con un assalto politico che ricorda le tensioni erette a Masada durante giorni difficili. Il premier israeliano ha dichiarato al Museo della Knesset che «siamo quasi alla fine della campagna militare contro Hamas», nel momento in cui l’imbrattatore del Muro veniva preso. Intorno a lui, i sostenitori sembrano coesi, con il presidente Isaac Herzog che ribadisce le posizioni di Netanyahu e il ministro della Difesa, Israel Katz, che rilancia le minacce al leader supremo iraniano. «Quando esci dal bunker, alza ogni tanto gli occhi al cielo e ascolta ogni ronzio», ha aggiunto Katz.
Le divisioni interne continuano a emergere, con il ministro ultraortodosso Itamar Ben-Gvir che esprime dubbi sulla leadership di Netanyahu e prevede una possibile crisi di governo. «Non mi fido più del primo ministro», ha dichiarato Ben-Gvir, chiarendo che il piano attuale per l’occupazione di Gaza è considerato insufficiente. L’ultradestra, rappresentata anche dal rabbino di Sderot, David Pendel, chiede «l’annessione totale» della Striscia di Gaza, mentre i nazionalisti di Avigdor Lieberman invocano una sessione urgente della Knesset per discutere delle minacce agli ostaggi e della gestione attuale del governo.
Le critiche non provengono solo dall’interno della coalizione. Il leader dell’opposizione, Yair Lapid, avverte che la proposta di Netanyahu non farà altro che portare alla morte degli ostaggi e dei soldati, e collassare l’economia israeliana. «Netanyahu non ha la maggioranza alla Knesset e non ha la maggioranza tra il popolo», ha affermato Lapid, evidenziando il dissenso crescente.
Bezalel Smotrich, inizialmente una figura contro il governo, ora tenta di placare le tensioni, ammettendo che il suo piano differisce nettamente da quello del premier. Ha dichiarato: «Il mio piano non è il piano del premier. Il treno è deragliato», ma esprime la speranza di cambiare rotta. A questo si aggiungono le ambiguità di Netanyahu riguardo agli obiettivi in Gaza, rendendo incerta l’attuazione delle sue promesse e degli accordi sugli ostaggi.
Nella confusione e nell’incertezza, il futuro della politica israeliana si presenta complesso e instabile. Ciò che sembra chiaro è che l’insoddisfazione cresce tra le diverse fazioni, e la pressione interna ed esterna sta diventando sempre più insostenibile. Non c’è dubbio che la questione di Gaza e la sua gestione continueranno a dominare il dibattito politico in Israele, mentre gli alleati e i critici attendono l’evoluzione degli eventi., riporta Attuale.
Incredibile come la situazione in Israele stia degenerando. La divisione politica è palpabile, e mi chiedo se ci sia realmente una soluzione. La manipolazione dei sentimenti e delle emozioni, come il graffito sul Muro del Pianto, non fa altro che rendere il clima ancora più teso. Ma che dire? Ogni giorno sembra portare una nuova follia…