Petizione per la grazia di Renato Vallanzasca: Tino Stefanini lancia un appello su TikTok
Milano – Quasi un migliaio di firme raccolte in poco tempo con una petizione su change.org. Ma a Tino Stefanininon bastano. “A settembre riprenderò le mie dirette del lunedì su Tik Tok e rilancerò l’appello ai miei 5.370 followers. Chiederò altre firme, tante altre ancora, da presentare al presidente Mattarella perché conceda la grazia a Renato. Sono sicuro che arriveranno”, riporta Attuale.
Stefanini, quasi settantatré anni e un passato da vagabondo in una quarantina di carceri per decine di rapine e un omicidio, è uno dei tre superstiti della banda che ha imperversato a Milano e oltre, insieme a Renato Vallanzasca e Osvaldo (Cico) Monopoli. Con quasi mezzo secolo di detenzione e due evasioni già alle spalle, Stefanini vive ora a Milano, in una casa popolare ereditata dalla madre.
“La situazione di Vallanzasca è quella di una persona malata, gravemente malata, che ha smarrito la memoria e vive in uno stato di demenza. Non riesce più a parlare né a stare in piedi. Mi auguro che dopo cinquantaquattro anni di galera possa morire da uomo libero e non da detenuto”, sottolinea Stefanini. “Nel novembre dello scorso anno, Vallanzasca è stato trasferito da Bollate a una Rsa nel Padovano, fornita di assistenza per malati di Alzheimer e demenza.”
Alcuni amici e familiari, tra cui Stefanini stesso, hanno tentato di visitarlo attraverso la presentazione di un’istanza tramite un avvocato, ma non hanno ricevuto risposta: “Ho notizie solo indirette, ma tutte confermano la gravità delle sue condizioni”, aggiunge.
Oggi, Stefanini vive una vita pacata e regolare; ha regolato i conti con la giustizia e sostiene se stesso grazie a una pensione di invalidità totale. Il suo nuovo format su TikTok, Malamilano official, e la passione per la cucina lo aiutano a mantenere collegamenti con i giovani. “Non rimpiango il passato. È stata una vita difficile, ma cerco di mettere in guardia i giovani da simili esperienze”, dichiara.
“Ho ancora una battaglia da combattere, questa per Renato. È la più importante. Per me e per Cico, lui è come un fratello. Saperlo in quelle condizioni ci fa molto male. Le chiacchiere di qualche giustizialista non mi interessano”, conclude Stefanini.