Dalla depressione alla medaglia d’oro alle Olimpiadi: chi è Noah Lyles, il nuovo re dei 100 metri

05.08.2024
Dalla depressione alla medaglia d'oro alle Olimpiadi: chi è Noah Lyles, il nuovo re dei 100 metri
Dalla depressione alla medaglia d'oro alle Olimpiadi: chi è Noah Lyles, il nuovo re dei 100 metri

Il velocista statunitense, che adesso punta alla vittoria anche nei 200 metri e nella 4×100, non ha mai nascosto i suoi problemi di salute, dall’asma alla deficit di attenzione, fino all’ansia e alla depressione. Il post sui social: “Ciò che hai non definisce cosa puoi diventare”

Lottare sempre, contro tutto e contro tutti, anche se i “nemici” sembrano mostri invincibili, come l’ansia o la depressione. “Ciò che hai non definisce cosa puoi diventare”: un insegnamento che arriva direttamente da Noah Lyles, il 27enne statunitense, nuovo campione olimpico dei 100 metri. Il velocista, che ha conquistato l’oro a Parigi in 9”79, al fotofinish con il giamaicano Kishane Thomson, non ha mai nascosto i diversi problemi di salute che hanno condizionato la sua vita e la sua carriera sportiva. Problematiche complesse e di diverso genere, che in passato avevano compromesso le sue prestazioni. Ma nonostante tutto, Lyles ha continuato a correre, regalandosi la medaglia d’oro e regalando un grande lezione, ribadita in un post pubblicato sul social X (ex Twitter): “Ho l’asma, diverse allergie, soffro di dislessia, deficit di attenzione, ansia e depressione. Ma ti dirò che ciò che hai non definisce ciò che puoi diventare. Perché non tu”.

Chi è Noah Lyles

Nato il 18 luglio 1997 a Gainesville, in Florida (Stati Uniti), Noah Lyles è un figlio d’arte.  Keisha Caine e Kevin Lyles, gareggiarono in discipline di atletica leggera presso la Seton Hall University. Il padre ha vinto la medaglia d’oro nella staffetta 4×400 metri ai campionati mondiali di Guteborg 1995 e all’Universiade di Buffalo 1993. Nonostante il successo raggiunto come velocista, Lyles aveva iniziato con la ginnastica, per poi passare all’atletica leggera soltanto a 12 anni. Una carriera che ha iniziato a decollare nel 2019 quando, durante il meeting Athletissima, in Svizzera, ottava tappa della Diamond League, ha percorso i 200 metri in 19″50, un tempo che all’epoca era stato superato soltanto da tre “fulmini” del calibro di Usain Bolt, Yohan Blake e Michael Johnson. Nel 2019 arriva la prima vittoria mondiale nei 200 metri a Doha, dove lo statunitense ha conquistato l’oro anche nella staffetta 4×100 metri.

Noah Lyles

Nel 2021 Lyles arriva da grande favorito ai Giochi olimpici di Tokyo, ma nei 200 metri piani arriva soltanto terzo, ammettendo poi di aver avuto seri problemi durante la preparazione a causa della sua salute mentale e dei farmaci antidepressivi che era costretto a prendere. La ripresa inizia l’anno successivo, con le vittorie nei campionati statunitensi all’Hayward Field di Eugene e nei campionati del mondo di Oregon 2022. Chiude l’anno con numeri da capogiro, arrivando al 2023, dove vince, ai campionati mondiali di Bucaerest, la medaglia d’oro nei 100 metri, nei 200 metri e nella staffetta 4×100 m. Un rincorsa culminata ieri a Parigi, con l’oro nei 100 metri alle Olimpiadi, ma frutto di un grande percorso, non soltanto fisico.

I problemi di ansia e depressione

Come confermato dal suo post sui social, il 27enne non ha mai nascosto i suoi problemi di salute. L’infanzia è segnata da gravi problemi d’asma, con i violenti attacchi che costringono la famiglia a portarlo in ospedale più volte. La mamma restava sveglia tutta la notte per tenerlo seduto e permettergli di dormire. Poi arrivano le diagnosi dislessia e disturbo da deficit di attenzione, che rendono difficile la vita a scuola di Noah, che viene deriso dai compagni per le sue difficoltà di apprendimento e per i suoi denti, tinti di giallo dai medicinali per l’asma. Negli anni lo sportivo ha anche scoperto di soffrire di diverse allergie e, come confermato nel 2021, di ansia e depressione, a livelli tali da dover prendere dei farmaci che, inevitabilmente, hanno condizionato le sue prestazioni sportive. Problemi enormi, che ogni anno colpiscono milioni e milioni di persone, ma che possono essere affrontati e superati. Come insegna Noah Lyles, l’importante è continuare a correre.

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