Obesità: l’allerta Unicef su bambini e adolescenti e il legame con i tumori in Italia

14.09.2025 02:45
Obesità: l'allerta Unicef su bambini e adolescenti e il legame con i tumori in Italia

Obesità: la pandemia silenziosa colpisce il mondo e l’Italia

Roma, 14 settembre 2025 – L’obesità oggi colpisce “quasi un miliardo di persone nel mondo, altri due miliardi di individui sono sovrappeso“. Scenario “da pandemia”, non ha dubbi Paolo Sbraccia, professore di Medicina interna all’università di Roma Tor Vergata e presidente di Ibdo foundation, think tank sul diabete, riporta Attuale.

Dobbiamo partire da qui, da questi “numeri impressionanti, che rischiano di far crollare i sistemi sanitari, anche per le complicanze” – sono sempre parole di Sbraccia -, per comprendere altre statistiche, quelle dei farmaci per il diabete assunti per dimagrire o per mangiare meno, una frontiera in evoluzione continua che ci impone anche di fare attenzione al rischio di un pericoloso fai da te.

Le persone sono definite obese quando presentano un indice di massa corporea superiore a 30 kg/m2; se invece l’indicatore è sopra a 25 si parla di sovrappeso. Il parametro (noto come IMC) si ottiene dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri. “I numeri sono enormi – riflette il professore -, e riguardano tutti: mondo occidentale, occidentalizzato ma anche in via di sviluppo“. Già, non si salva nessuno.

Perché “il cosiddetto cibo spazzatura non costa nulla e chi vive in molte aree marginali delle nostre società non ha i soldi per mangiare sano. Si comprano invece alimenti ultraprocessati che sono dannosi perché ricchi di grassi, sale, zucchero ma poveri di vitamine e sali minerali. Questo scenario giustifica il termine pandemia”.

Il rapporto Ibdo 2024 analizza le tendenze attuali e conclude che senza interventi urgenti fra dieci anni questi problemi riguarderanno il 51% della popolazione mondiale, 4 miliardi di persone, di queste due miliardi saranno obese. Non solo, c’è un altro elemento che deve preoccupare, perché l’aumento si dimostra più rapido tra i giovanissimi.

Ma quali sono i costi sanitari e sociali dell’emergenza in Italia? “La stima è molto difficile – riconosce lo scienziato -. Bisogna calcolare valori diretti e indiretti, come la perdita di giornate di lavoro. Diciamo che la cifra potrebbe avvicinarsi a 20 miliardi all’anno, mettendoci dentro tutto. Teniamo conto che la spesa sanitaria nel nostro paese arriva a 150 miliardi“.

Nell’ultimo rapporto Unicef sulla malnutrizione si prevede che senza azioni efficaci “entro il 2035 l’impatto economico globale dovrebbe superare i 4mila miliardi di dollari all’anno“. Il documento, reso noto il 10 settembre, ci svela anche un’altra tendenza importante: per la prima volta nel mondo l’obesità supera il sottopeso, e riguarda 188 milioni di bambini e adolescenti, 1 su 10. Che diventano addirittura 1 su 5 (391 milioni) se consideriamo il sovrappeso.

In sostanza quella stessa fascia d’età risulta tra le più critiche anche in Italia, secondo l’indagine Istat 2021-2023 almeno 2,2 milioni di bambini e adolescenti fra i 3 e i 17 anni sono in quella situazione (27,2%). Sicuramente il binomio ‘merendine’ e sedentarietà da smartphone non aiuta, “poi una cosa è fare attività fisica tutti i giorni, si corre e si gioca, ma andare in piscina tre volte a settimana non risolve”, osserva il professor Sbraccia.

Ma dobbiamo pensare anche alle complicanze dell’obesità, ricorda il medico, “che sono tantissime. Compresi l’aumento dei tumori, delle malattie cardiovascolari, del diabete e dell’infertilità… Per il cancro, parliamo soprattutto delle forme che colpiscono il tubo digerente, mettendoci dentro fegato e pancreas”.

In questo quadro, si comprende l’espansione sempre crescente dei farmaci anti-obesità, che garantiscono anche profitti record, a livello globale. Raccomanda Sbraccia: “La cosa importante è non solo usarli nel modo corretto, cioè non abusarne quando non ce n’è bisogno. Ma anche essere seguiti da un medico. Non fare da sé, mai. Non si può dire, mi prendo la punturina. Sono farmaci usati da milioni di pazienti nel mondo. I numeri in Italia? Anche in questo caso le stime sono molto, molto difficili. Verosimilmente, siamo arrivati a circa 100mila persone con obesità che ne fanno uso. Possono provocare nausea, diarrea e stitichezza. In una piccola percentuale di pazienti, questi sintomi possono essere importanti. Ma il rapporto costi-benefici risulta a favore dei benefici”.

E quali sono, invece, gli effetti di un uso prolungato? Ha cercato di rispondere a questa domanda uno studio pubblicato a gennaio su Nature Medicine, condotto in particolare sui cosiddetti “agonisti del recettore per l’ormone GLP-1“. L’indagine ha riguardato migliaia di pazienti obesi o sovrappeso. Tra i benefici, riporta l’Istituto Mario Negri, non c’è soltanto un dimagrimento importante ma anche la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari e – sembra – una riduzione delle dipendenze. Tanto che in futuro questi farmaci potrebbero essere impiegati contro la dipendenza da Fentanyl. Ma sono registrati anche effetti collaterali, come un rischio maggiore di artrite e pancreatite. Quindi la scelta del trattamento, suggeriscono gli esperti dell’Istituto, dev’essere sempre guidata da una valutazione attenta, “in base alle condizioni cliniche di ognuno”.

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