Il governo del Nepal avvia un’inchiesta sulle violenze della polizia durante le proteste
Il governo ad interim del Nepal ha istituito una commissione di inchiesta per esaminare la condotta violenta della polizia durante le recenti manifestazioni antigovernative, che hanno portato alla caduta del governo precedente. Le proteste, che hanno coinvolto un vasto numero di giovani, hanno causato la morte di 74 persone e oltre 2.100 feriti, riporta Attuale.
Le manifestazioni sono iniziate in risposta alla decisione del governo di bloccare quasi tutti i social network, ma si sono rapidamente trasformate in un ampio movimento contro l’amministrazione e la corruzione dilagante. Le manifestazioni si sono diffuse in diverse città, costringendo il primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli a dimettersi. Subsequentemente, il presidente del Nepal ha annunciato elezioni anticipate per il 5 marzo e ha nominato Sushila Karki, ex presidente della Corte suprema, come nuovo ad interim primo ministro, figura ben vista dagli organizzatori delle proteste.
La commissione, composta da tre membri e guidata dall’ex giudice Gauri Bahadur Karki, avrà tre mesi per completare l’indagine e presentare un rapporto al governo. Le autorità sperano che questa iniziativa possa contribuire a ristabilire la fiducia nel sistema e affrontare le lamentele della popolazione, che ha espresso una crescente insoddisfazione nei confronti della gestione governativa.
La reazione della comunità internazionale sarà fondamentale per monitorare l’evoluzione della situazione in Nepal. Tuttavia, il paese si trova in un momento cruciale di transizione, e le decisioni adottate nel prossimo futuro potrebbero influenzare significativamente il corso della sua democrazia.
