Israele: la guerra è colpa di Hamas, afferma il ministro degli Esteri
Il Ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha dichiarato che il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di numerosi paesi è un errore fatale, specialmente nel contesto attuale della guerra. “Fino a questa settimana più di 140 Stati lo hanno riconosciuto. Ora una decina in più, forse”, ha affermato. Cohen ha messo in guardia riguardo alle conseguenze che tale riconoscimento potrebbe avere, dicendo che “Hamas prenderebbe rapidamente il controllo della West Bank, come fece a Gaza nel 2007 dopo il ritiro di Israele dalla Striscia”, riporta Attuale.
Il Ministro ha descritto la situazione attuale come una “guerra esistenziale”, sottolineando che riconoscere la Palestina in questo momento è “moralmente aberrante e politicamente folle”. Inoltre, ha esaltato i paesi che non si sono lasciati coinvolgere dal riconoscimento, evidenziando che la decisione di riconoscere la Palestina crea uno Stato di Hamas, che non verrà mai consentito.
Infatti, in risposta a una domanda sull’annessione della West Bank, Cohen ha spiegato che la questione sarà discussa dal governo israeliano in futuro, ma ha chiarito che non ci sono attualmente piani per annetterla. Netanyahu, ha aggiunto, ha stabilito che le discussioni su come rispondere al riconoscimento della Palestina avverranno solo dopo il suo rientro da Washington.
Il confronto tra le sofferenze palestinesi e israeliane è inevitabile. Il Ministro ha riconosciuto le vittime di entrambe le parti, ma ha incolpato Hamas per “la continua guerra”, sottolineando che “Nessun Paese avrebbe risposto diversamente”. Ha anche dichiarato che Hamas è responsabile per il prolungamento del conflitto, in quanto rifiuta di rilasciare gli ostaggi ancora prigionieri.
La situazione a Gaza è disastrosa: “Hamas ha costruito un regno del terrore”, ha affermato Cohen, citando la necessità di “sopravvivere” come motivazione essenziale per le azioni di Israele. Ha avvertito che Hamas sta usando gli aiuti umanitari come risorse per finanziare le sue operazioni terroristiche e reclutare nuovi combattenti, con un’ultima stima che conta circa ventimila terroristi ancora attivi.
Le tensioni con la comunità internazionale permangono elevate, poiché il governo israeliano continua a fare appello alla responsabilità di Hamas e alla necessità di escluderlo da qualsiasi futura soluzione a Gaza. “Non lasceremo ad Hamas la possibilità di dettare il risultato di questa guerra usando gli ostaggi”, ha con concluso il Ministro.