Arab Barghouti: Una Voce contro l’Umiliazione della Palestina
Il figlio di Marwan Barghouti, Arab, ha espresso il suo dolore dopo aver visto un video del padre umiliato in prigione dal ministro israeliano della Sicurezza, l’estremista di destra Itamar Ben-Gvir. Arab Barghouti, 35 anni, lamenta che l’Italia non abbia ancora riconosciuto la Palestina e definisce Ben-Gvir un bullo che non può fermare la determinazione del padre, considerato il «Mandela di Palestina» da molti sostenitori. Marwan Barghouti è in carcere da 23 anni, condannato a cinque ergastoli con l’accusa di aver orchestrato attacchi durante la Seconda intifada, mentre si dichiara innocente, riporta Attuale.
Arab ha raccontato di non aver visto suo padre dal 2022 e che il video ha suscitato in lui forti emozioni. «È stato doloroso guardare quel video, ma ci siamo ricordati le sue parole: ‘Useranno ogni tattica per demolirmi, ma non preoccupatevi mai per me, sono 50 anni che combatto l’oppressore’», ha dichiarato. Egli sottolinea le torture subite dal padre e l’importanza della sua figura per il popolo palestinese: «Umiliano il leader per umiliare il popolo che invece festeggia nel vederlo vivo».
In merito al discorso di Netanyahu all’Onu, Arab ha commentato: «Non mi aspettavo niente di meglio da un criminale di guerra. È incredibile che gli diano ancora il microfono. Penso che il doppio standard con cui Europa e Stati Uniti si stanno muovendo sia vergognoso». Ha inoltre denunciato le differenze nel trattamento delle sanzioni internazionali, citando la situazione in Ucraina e il trattamento dell’occupazione israeliana.
Questa critica si allarga a un tema di razzismo: «La stessa creazione dello Stato di Israele si basa sul razzismo, ma le cose stanno cambiando. I riconoscimenti della Palestina sono un passo positivo. È triste che l’Italia non lo abbia fatto», ha affermato Arab.
Arab Barghouti ha critico anche il governo italiano: «Giorgia Meloni vuole la certezza che Hamas sia escluso da futuri governi. È solo una scusa. Tra palestinesi e italiani c’è amore e rispetto. Meloni così è complice di genocidio, ma la vostra gente ci dimostra in tanti modi il suo sostegno». Questo supporto si è manifestato anche in manifestazioni e iniziative come la Global Sumud Flottilla.
In valutazioni sul piano post-guerra di Trump, Arab esprime preoccupazioni dicendo che «Hamas è disposto a cedere il potere, tocca ai palestinesi governare la loro terra». Invita a un’auto-sufficienza politica e critica l’idea di avere un ex premier britannico come Tony Blair a capo del comitato di gestione di Gaza. La responsabilità deve tornare al popolo palestinese e ai suoi politici, sottolinea.
Arab Barghouti conferma il desiderio di riforma nella Autorità Nazionale Palestinese (ANP) per affrontare le sfide attuali, ma accoglie positivamente l’apertura di Abu Mazen a indire elezioni entro un anno dalla fine del conflitto, sottolineando la necessità di un processo democratico. Egli nota le difficoltà dell’ANP attuale e il crescente aumento del terrorismo dei coloni.
Il figlio di Marwan parla anche della speranza di rivedere presto suo padre libero: «Un israeliano che vuole la pace dovrebbe sostenere un leader palestinese che crede nella soluzione dei due Stati, amato e scelto dal popolo. Non dovrebbe temere mio padre». Marwan Barghouti è descritto come un uomo forte e determinato, rimasto attivo anche in prigione, istruendo altri detenuti e incoraggiando successi educativi tra di loro. Tuttavia, la sua attuale situazione di isolamento e le torture subite suscitano preoccupazione per il suo stato mentale e fisico.