Rivitalizzazione e sfide del turismo in Uzbekistan: l’eredità della Via della Seta
In Uzbekistan, il settore turistico sta vivendo un’imponente crescita, con un aumento di visitatori provenienti da diverse parti del mondo, tra cui turisti spagnoli, italiani e francesi, che attratti dalla storia della Via della Seta, stanno scoprendo città come Samarcanda, Bukhara e Khiva. Tuttavia, questa espansione porta anche con sé complicazioni per la popolazione e il patrimonio culturale, poiché le autorità locali non affrontano adeguatamente le problematiche emergenti, come documentato da un report Attuale.
Dal 2019, i cittadini dell’Unione Europea non necessitano più di un visto per entrare nel paese, rendendo l’Uzbekistan più accessibile a turisti di varia origine, inclusi australiani e giapponesi. Questo sviluppo ha trasformato l’ecosistema turistico nazionale, evidenziando l’impatto positivo economico, ma anche problematiche relative alla conservazione della cultura storica e alla qualità della vita per i residenti locali.
Il successo turistico del paese è in gran parte attribuibile alla valorizzazione delle destinazioni storiche legate all’antica Via della Seta. Queste città, che per secoli hanno fungito da crocevia per commercianti e viaggiatori, offrono un mix di atmosfere esotiche e monumenti storici, molti dei quali sono stati restaurati o ricostruiti per attrarre visitatori. I turisti sono sempre più attratti dall’esperienza di immergersi in una cultura ricca e millenaria.
Il governo uzbeko, sotto la guida del presidente Shavkat Mirziyoyev, ha scelto di concentrare le aree turistiche in zone specifiche, talvolta isolate dal contesto urbano, come dimostra il caso di Khiva, dove il centro storico è diventato un museo all’aperto a pagamento, a scapito dei residenti locali costretti a trasferirsi. Sebbene questa strategia possa attrarre visitatori e aumentare le entrate, ha generato preoccupazioni per la perdita dell’autenticità e della vitalità delle comunità storiche.
A Samarcanda e Bukhara, le aree turistiche sono state istituite in spazi pedonalizzati ben definiti, mentre a Samarcanda si stanno attuando controversi progetti di sviluppo. Qui, la separazione tra zone turistiche e residenziali è eclatante, con il rischio di creare un “effetto Disneyland”, in cui l’esperienza turistica diventa artificialmente disconnessa dalla vita quotidiana della città.
La questione degli espropri per fare spazio a nuovi sviluppi si pone in modo critico. Nel 2024, le Nazioni Unite hanno sollevato preoccupazioni riguardo alle espropriazioni avvenute in zone protette dall’UNESCO, che hanno portato all’espulsione di residenti e alla distruzione di edifici storici. La crescita del turismo ha portato con sé un incremento dei lavori nell’edilizia; molti residenti stanno ristrutturando le loro proprietà anche per rispondere alla crescente domanda di accoglienza turistica.
Diyora Rafieva, attivista per la tutela del patrimonio culturale, sottolinea l’emergere di una cultura della costruzione non regolamentata, che rischia di alterare irrimediabilmente l’identità urbana. Inoltre, il fenomeno noto come “allentamento delle regole” favorisce la corruzione e la superficialità nelle pratiche edilizie, generando ulteriori conflitti tra sviluppo turistico e tutela dei diritti delle comunità locali.
Il governo di Mirziyoyev, però, non sembra intenzionato a frenare questa espansione: l’Uzbekistan ha raggiunto nel 2024 la cifra record di 8,2 milioni di turisti, con l’obiettivo di arrivare a 15 milioni entro il 2030. La presidente della Fondazione per lo sviluppo dell’arte e della cultura dell’Uzbekistan, Gayane Umerova, è al centro di questo processo, puntando a incrementare la visibilità culturale e a consolidare l’identità uzbeka nel contesto globale.
Recentemente, è stata avviata una Biennale di arte contemporanea a Bukhara, che ha portato un afflusso di visitatori e un rinnovato interesse per il patrimonio culturale. In questo contesto, l’Uzbekistan continua a investire in marketing e a costruire relazioni con importanti istituzioni culturali a livello internazionale, puntando a trasformare il paese in una meta di riferimento per i flussi turistici globali.
Il bilancio finale delle trasformazioni che il paese sta vivendo in questo periodo è complesso: se da un lato le opportunità per il settore turistico sono notevoli, dall’altro le sfide legate alla sostenibilità e alla protezione delle identità locali richiedono un’attenzione urgente e misure strategiche mirate.