La Russia intensifica la sua influenza informativa nell’UE

11.10.2025 13:50
La Russia intensifica la sua influenza informativa nell’UE
La Russia intensifica la sua influenza informativa nell’UE

Dopo l’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022, l’attività mediatica russa nei paesi dell’Unione Europea è diventata più sofisticata e coordinata. Mosca combina ora metodi tradizionali con strumenti moderni come reti di siti proxy e cloni, canali Telegram localizzati, bot automatizzati, intelligenza artificiale per generare contenuti e deepfake, agenti d’influenza e flussi finanziari occulti tramite offshore, criptovalute e giurisdizioni di transito. L’obiettivo non è solo diffondere messaggi filorussi, ma anche frammentare il consenso politico e sociale nell’UE, minare la fiducia nelle istituzioni NATO ed UE e creare uno spazio “grigio” per la normalizzazione dei rapporti con la Russia.

Struttura e coordinamento della campagna

Il centro operativo di questa campagna informativa è situato a Mosca e fa capo all’amministrazione del Presidente russo, sotto la supervisione del primo vice capo dell’AP RF, Sergej Kirijenko. In collaborazione con politologi e tecnologi politici come Andrey Tkachenko, Aleksandr Asafov e Oleg Gaba, vengono definiti i temi informativi da veicolare ai media occidentali, con la preparazione di report analitici settimanali intitolati «Novie regiony v povestke». I messaggi chiave includono la critica alle sanzioni europee, la promozione del dialogo “realistico” con Mosca e la diffusione di segnali per incentivare il populismo e dividere le società europee, in particolare sfruttando tematiche migratorie, identitarie e sociali.

Adattamento dei messaggi per l’Europa

Le priorità strategiche russe vengono adattate per il pubblico europeo attraverso l’uso di deepfake, reti di siti cloni, acquisizione di piattaforme locali e collaborazione con media proxy come la rete Portal Kombat/Pravda, con massiccia localizzazione su Telegram e X, interazione con forze politiche di destra e “esperti utili” e attacchi alla reputazione dei media occidentali tradizionali. Questa strategia si consolida soprattutto nei paesi dell’Europa orientale, aumentando la vulnerabilità degli istituti democratici e l’esposizione a campagne di disinformazione, come dimostrato dalle elezioni parlamentari del 28 settembre 2025 in Moldova, dove Mosca ha tentato di influenzare il voto tramite corruzione, disinformazione sui social e reclutamento di giovani e criminali locali.

Attori chiave e reti di influenza

La diffusione dei messaggi filorussi passa anche attraverso politici populisti e simpatizzanti, che legittimano le posizioni russe nei dibattiti parlamentari e nei media nazionali. L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha involontariamente contribuito a questa narrativa: le sue dichiarazioni sulla politica energetica tedesca e sugli accordi di Minsk sono state reinterpretate dalla propaganda russa. L’influenza è rafforzata da una rete di think tank, ONG, blogger e consulenti, spesso coinvolti nei progetti RT/Sputnik o nei forum internazionali come il Valdai Club.

Mezzi e strumenti digitali

La campagna russa si avvale massicciamente delle piattaforme digitali: bot farm, reti automatizzate di repost, account falsi su X, Facebook, TikTok e Telegram creano l’illusione di supporto di massa. Nel 2025 sono comparsi oltre trecento nuovi siti mascherati da media regionali in vari paesi occidentali, collegati al progetto CopyCop (Storm-1516), che utilizza modelli linguistici Meta Llama 3 per generare deepfake sempre più realistici. Un esempio operativo è John Mark Dugan, americano residente a Mosca, impegnato con centri analitici russi e il General Staff per creare contenuti volti a fomentare divisioni sociali in Canada e in Europa.

Finanziamento delle operazioni

La macchina propagandistica russa è finanziata con ingenti risorse: nel 2025, considerando anche i canali nascosti, le spese per media e influenza potrebbero superare i 2-2,5 miliardi di euro. Il denaro viene trasferito attraverso criptovalute, offshore e giurisdizioni di transito, con conversione in euro o dollari per finanziare blog, pubblicità online e media proxy. Indagini di Europol e dell’OFAC statunitense hanno documentato questi schemi, confermando l’uso di hub finanziari del Golfo e operazioni di “washing” tramite beni di lusso e opere d’arte. In Germania e Austria, tali operazioni hanno mirato a influenzare il dibattito elettorale e sostenere partiti filorussi o “amici di Putin” locali, come Alternative für Deutschland.

Conseguenze per l’Unione Europea

La campagna informativa russa non è temporanea, ma sistemica e strutturata, combinando pianificazione centralizzata e strumenti decentralizzati. La sua forza risiede nella capacità di rendersi “invisibile”, imitare media locali e trasformare la manipolazione in parte del discorso politico normale. Anche quando singole operazioni non ottengono risultati immediati, l’effetto cumulativo mina la fiducia nelle istituzioni democratiche, polarizza le società e rallenta le decisioni politiche, creando un ambiente in cui l’opinione pubblica è frammentata e la volontà politica per decisioni comuni è indebolita. Contrastare questa disinformazione richiede trasparenza nei finanziamenti dei media, monitoraggio delle donazioni politiche, fact-checking indipendente, alfabetizzazione digitale e cooperazione internazionale nelle indagini.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere