Kiev ha già ricevuto gli Storm Shadow britannici, ma gli alleati hanno finora imposto che il loro utilizzo fosse limitato alla difesa i confini. Zelensky chiede invece da mesi una maggiore libertà per poter colpire in profondità il territorio russo
Il primo ministro britannico Keir Starmer è atterrato a Washington per discutere con Joe Biden se consentire all’Ucraina l’utilizzo dei razzi a lungo raggio in profondità nel territorio russo, come chiesto a più riprese da Zelensky. Si tratta in particolare dei missili Storm Shadow, di fabbricazione britannica, per i quali Londra cerca una convergenza con la Casa Bianca sulla questione del veto a Kiev.
Il nodo sugli Storm Shadow è cruciale per il conflitto
L’Ucraina ha già ricevuto gli Storm Shadow britannici, così come pure gli Atacms statunitensi (con una gittata di 300 chilometri circa) ma gli alleati hanno finora imposto il loro utilizzo solo per difendere i confini del Paese. Zelensky chiede invece da mesi una maggiore libertà nell’utilizzo delle armi. Poter colpire in profondità il territorio russo potrebbe infatti fare la differenza, permettendo a Kiev di colpire centri nevralgici dell’apparato militare del Cremlino. Per attaccare in suolo russo l’esercito ucraino ha già sferrato diverse operazioni con droni a lungo raggio di propria produzione. L’ultimo attacco di questo tipo è stato il maggiore registrato dall’inizio del conflitto, con nove regioni russe colpite, tra cui Mosca.
Ma l’utilizzo indiscriminato di armi occidentali all’interno della Federazione Russa potrebbe fare la differenza anche sul piano di un’eventuale escalation e allargamento del conflitto. E non a caso Putin ha avvertito l’Occidente: revocare all’Ucraina le restrizioni sull’uso dei missili a lungo raggio implicherebbe un’entrata in guerra della Nato con la Russia. “Se questa decisione verrà presa, significherà niente di meno che la partecipazione diretta dei paesi della Nato, degli Stati Uniti e dei Paesi europei alla guerra in Ucraina”.
Per il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov , “non c’era dubbio che il messaggio del presidente Putin abbia raggiunto coloro a cui era destinato”. In quello che appare un tentativo di azioni ritorsive, nelle stesse ore in cui il premier inglese atterrava negli Stati Uniti per il vertice, la Russia ha revocato l’accreditamento a sei diplomatici britannici a Mosca, accusandoli di spionaggio. “Accuse completamente prive di fondamento”, risponde l’esecutivo inglese.