Hamas e Hezbollah: i due nemici che Israele combatte a Gaza e in Libano

25.09.2024
Hamas e Hezbollah: i due nemici che Israele combatte a Gaza e in Libano
Hamas e Hezbollah: i due nemici che Israele combatte a Gaza e in Libano

Il Partito di Dio ha fatto della lotta contro lo Stato ebraico una delle sue principali ragioni di vita, e nel tempo è diventato uno dei maggiori sostenitori della causa palestinese. È tra i principali alleati dell’organizzazione palestinese, nonostante un gruppo sia sunnita e l’altro sciita

Quanto visto nella Striscia di Gaza negli ultimi mesi rischia di ripetersi in Libano. Israele, per bocca del leader Benjamin Netanyahu, continua a dire che quella nel paese dei Cedri è un’operazione militare contro Hezbollah, nome che in arabo significa “Partito di Dio”, per “limitarne le capacità di lanciare razzi” contro lo Stato ebraico. “Questa guerra non è contro di voi ma contro Hezbollah”, ha detto il premier israeliano Netanyahu in un insolito videomessaggio diretto ai libanesi, accolto però con silenzio dal governo di Beirut. 

Da giorni, Tel Aviv ha avviato una guerra parallela, quella al confine con il Libano, mentre continua comunque la sua pressione sulla Striscia di Gaza. Qui, l’esercito israeliano dovrebbe condurre nel nord dell’enclave palestinese una operazione per combattere i combattenti di Hamas che, secondo quanto detto da Netanyahu ai componenti della Commissione affari esteri e difesa della Knesset, sarebbero attualmente 5mila. Come con Hamas, Israele ha sempre ritenuto Hezbollah il pericolo numero uno per il paese, soprattutto per il sostegno che riceve dall’Iran nell’ambito dell'”Asse della resistenza”.  

Hamas e Hezbollah, etichettate come organizzazioni terroristiche dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e da molti altri governi, sono abili nel condurre la guerra asimmetrica (ovvero quel conflitto ad armi impari, non dichiarato, nel quale una delle parti è costretta a difendersi da un nemico non identificabile) contro Israele, considerato il loro acerrimo nemico. Hezbollah ha fatto della lotta contro lo Stato ebraico una delle sue principali ragioni di vita, e strada facendo è diventato uno dei maggiori sostenitori della causa palestinese: è diventato un alleato di ferro di Hamas, nonostante un gruppo sia sunnita e l’altro sciita. Ma perché Tel Aviv vede Hamas e Hezbollah (così come gli Houthi dello Yemen e gli ayatollah dell’Iran) come una minaccia alla sopravvivenza stessa di Israele? Sebbene le due organizzazioni condividano l’obiettivo della resistenza contro lo Stato ebraico, le loro differenze sono significative per la ramificazione nel territorio da loro guidato e per le capacità militari. 

I tunnel e la guerriglia di Hamas

Nata nel 1998 come propaggine della Fratellanza Musulmana, l’organizzazione sunnita di Hamas governa la Striscia di Gaza dal 2007, grazie a una combinazione della lotta armata con un’agenda politica e sociale. Il braccio armato del gruppo palestinese, le Brigate al-Qassam, si muove in una rete di tunnel sotto le zone densamente popolate della Striscia, costruita sia per organizzare attacchi contro Israele sia per eludere il rilevamento dei loro movimenti dall’intelligence israeliana.

Costruiti a partire dagli anni ’80 in maniera approssimativa per consentire l’importazione illegali di beni di vario tipo a Gaza, i tunnel hanno subito un notevole ampliamento a partire dal 2007, quando Hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza cacciando con la forza il partito palestinese Fatah, che è relativamente più moderato. I cunicoli, profondi anche 60-80 metri, fanno parte ora di una rete da dove i combattenti di Hamas progettano e lanciano operazioni militari. Le rete di tunnel è diventato un grosso problema per la sicurezza di Israele: per questo dopo il 7 ottobre, come nel 2014, Tel Aviv ha lanciato l’invasione nella Striscia, dove sono morte oltre 41mila persone tra cui oltre 16 mila bambini, nel tentativo di distruggere i canali sotterranei.

Qual è la forza militare del gruppo palestinese? I combattenti di Hamas dispongono e usano razzi improvvisati, mortai, esplosivi, missili anticarro guidati, come i Kornet di fabbricazione russa e i Bolsai della Corea del Nord, e missili antiaerei lanciati a spalla. Ci sono poi i droni suicidi e le armi leggere usate dai miliziani. È difficile conoscere la reale portata della forza militare del gruppo palestinese: secondo alcune stime, Hamas aveva originariamente circa 30mila combattenti prima del 7 ottobre. Israele afferma di aver ucciso o catturato metà dei comandanti di Hamas e più di 14mila combattenti dall’inizio della guerra nella Striscia. 

Le avanzate capacità militari di Hezbollah

Hezbollah ha capacità militari molto più avanzate rispetto ad Hamas. Il Partito di Dio, un’organizzazione sciita libanese nata nel 1982, è diventato un influente partito politico in Libano e nella regione, grazie al carisma del leader Hassan Nasrallah, che raramente si mostra in pubblico ma il cui volto è quasi onnipresente nelle strade della nazione dove appare in cartelloni e manifesti. La sua fondazione risale a un’altra guerra tra il paese dei Cedri e Israele, quella del 1982, quando Tel Aviv invase il sud della nazione araba sostenendo che la mossa era una risposta agli attacchi lanciati dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina dal Libano meridionale.

La forza di Hezbollah è soprattutto militare. Nel 2021 Nasrallah ha affermato che la sua organizzazione conta circa 100mila combattenti, ma esperti credono che in realtà siano di meno gli effettivi, tra i 20 e i 50mila. I suoi combattenti sono stati addestrati in parte dalle forze del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran. Il supporto del paese guidato dagli ayatollah è stato fondamentale per accrescere la forza dell’ala paramilitare dell’organizzazione, la cui potenza è considerata maggiore di quella dell’esercito regolare del Libano. 

Con finanziamenti e rifornimenti sostanziali da Teheran, che secondo gli Stati Uniti si quantificano in circa 700 milioni di dollari ogni anno, l’arsenale di Hezbollah è cresciuto al punto di includere razzi sofisticati, missili, droni e armi antinave. Il Partito di Dio ha mostrato al mondo la sua potenza militare nel breve e inconcludente conflitto tra Libano e Israele nel 2006. Tel Aviv ritiene che Hezbollah possieda circa 150mila razzi e missili, tra cui l’iraniano Fateh-110 e lo Zelzal-2, in grado di colpire in profondità nel territorio israeliano con elevata precisione. 

A differenza di Hamas, Hezbollah è più allineato agli obiettivi dell’Iran in Medio Oriente, opponendosi a qualsiasi presenza occidentale o israeliana nella regione. Molti comandanti di Hezbollah hanno acquisito esperienza utile nelle battaglie in Siria, dove l’organizzazione si è schierata per rafforzare il regime di Assad. Non sorprende quindi che per Teheran il Partito di Dio sia diventato un attore regionale influente nella regione, tanto che alcuni dei suoi comandanti militari sarebbero in Iraq per addestrare le milizie sciite e in Yemen per lavorare al fianco dei ribelli Houthi.

Dopo l’escalation tra Hezbollah e Israele raggiunta a colpi di missili e raid, molte sono le incognite su cosa succederà nei prossimi giorni. Attualmente gli israeliani non sembrano intenzionati a fermare gli attacchi in Libano fino a quando Hezbollah non cesserà il lancio di missili verso lo Stato ebraico, né a lasciare la Striscia fino a quando non distruggerà Hamas. E più andrà avanti l’attacco israeliano nell’enclave palestinese e in Libano, più Hezbollah e Hamas cercheranno di colpire Israele. 

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Meloni all'Onu: "Non possiamo voltare le spalle all'Ucraina", ma va via prima del summit con Biden e Zelensky
Previous Story

Meloni all’Onu: “Non possiamo voltare le spalle all’Ucraina”, ma va via prima del summit con Biden e Zelensky

Stretta sul voto in condotta e maxi multa per chi aggredisce i prof: approvato il ddl Valditara
Next Story

Stretta sul voto in condotta e maxi multa per chi aggredisce i prof: approvato il ddl Valditara