Telefonate “selvagge”, così mi hanno offerto 20mila numeri privati a 5mila euro

27.09.2024
Telefonate "selvagge", così mi hanno offerto 20mila numeri privati a 5mila euro
Telefonate "selvagge", così mi hanno offerto 20mila numeri privati a 5mila euro

Chi sono e quanto guadagnano le aziende che forniscono ai call center le liste di nomi da contattare per offrire contratti, prodotti e servizi. Nonostante il registro pubblico delle opposizioni e il rischio di multe milionarie

“Mi scusi, come ha avuto il mio numero?”. Click e la telefonata finisce lì. Dice il Codacons che in media si ricevano cinque chiamate a settimana dai call center. Io questo record lo batto in mezza giornata, nonostante la mia pionieristica iscrizione al registro delle opposizioni. Che dovrebbe mettere al riparo dalle telefonate moleste. Ma così non è. O almeno, non sempre. Perché il telemarketing è un affare non solo per chi, alla fine della telefonata, riesce a portare a casa un contratto. Ma anche per chi mette le aziende nella condizione di chiamare a tappeto, al fisso di casa oppure al cellulare. A ogni ora del giorno.

I soldi girano. E si sente. Sempre in base ai dati raccolti dal Codacons, il telemarketing in Italia rappresenta un business da circa 4 miliardi di euro l’anno e la vendita telefonica di beni e servizi produce un giro d’affari stimabile in circa 40 miliardi di euro. Da nord a sud del Paese, si contano almeno 1400 aziende di call center regolari in “outsourcing”, per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. E considerando anche i call center interni alle aziende, il settore dà lavoro a circa 120mila persone.

Ti opponi, ma il telefono continua a squillare

Da luglio 2022 è possibile iscrivere il proprio numero di cellulare nel registro pubblico delle opposizioni (Rpo) che fa capo al ministero delle Imprese e del made in Italy (nella foto sotto il portale). E che “permette ai consumatori di bloccare le chiamate dei call center” e quindi di “esercitare il diritto di opposizione nel ricevere telefonate promozionali o commerciali da parte dei call center delle aziende (…) sia per quanto riguarda il telemarketing effettuato dagli operatori, sia alle chiamate automatizzate”, ossia le cosiddette “robocall”. Ma in realtà, il mio telefono – nonostante l’iscrizione fatta nell’immediatezza dell’attivazione del Rpo e rinnovata in questi ultimi giorni – continua a squillare. Tre, quattro, cinque volte ogni giorno. Anche in barba al rischio di sanzioni milionarie, che potrebbero arrivare a 20 milioni di euro o a una percentuale del fatturato dell’azienda “fuorilegge”.

Dall’altro capo, improbabili uffici amministrativi delle società di energia, operatori che invitano a tentare speculazioni in borsa, offerte di prestiti e mutui. E chi più ne ha, più ne metta. Si chiama telemarketing “selvaggio” e sfugge a regole e opposizioni. Alimentando, anche in questo caso, un giro di denaro piuttosto robusto. Perché nomi, numeri, codici fiscali, a volte anche codici di utenze, si comprano.

Telemarketing, i segreti dietro a numeri e affari

Basta scrivere su un qualsiasi motore di ricerca “liste numeri” e appare un elenco piuttosto lungo di società che offrono questo genere di servizio. Merce preziosa, il cui costo varia in funzione della sua qualità, ma anche della quantità. E c’è addirittura chi offre “uno sconto del dieci per cento” sull’acquisto della prima lista. Si va dai 30 centesimi (più Iva, ovviamente) in su, a seconda delle richieste e del tipo di utilizzo che si farà di quei nominativi, ossia della campagna che si intende sviluppare.

“Ad esempio, se si richiedono 20mila nominativi provenienti dalla zona di tuo interesse – è una delle offerte che è possibile trovare in rete – li riusciamo a consegnare in 4 giorni solari” e “il prezzo si abbassa a 0,27 euro + Iva per lead (contatto, ndr) e si abbassa ulteriormente per 30-50.000 nominativi e così via”. Insomma, 5400 euro per 20mila numeri di telefono.

Ma una campagna mirata costa 12 euro a numero

Se poi l’obiettivo della campagna è più specifico e riferito a un prodotto a maggiore rendimento (un prestito, la cessione del quinto dello stipendio o la “vendita di un aspirapolvere da 1.700 euro”) viene offerta la possibilità di avere contatti maggiormente profilati. Ma il prezzo, sale: “A partire da un quantitativo minimo di 100 nominativi in un mese, il prezzo è di 12 euro + Iva per lead, ma può scendere ragionevolmente se si acquistano numeri molto più grandi. Ad esempio, se si richiedono 10.000 nominativi in co-registration, provenienti dalla zona di tuo interesse, comprensivi di indirizzo email e prova opt-in, in un mese il prezzo si abbassa a 6,90 euro + Iva per lead”. E scende “ulteriormente per 30-50.000 nominativi e così via”.

Tutto lecito, per carità. Ma quanto meno curioso. Come curioso è cercare di disegnare una mappa di questa realtà, vera e propria spina dorsale di un settore che fattura miliardi. Una semplice e veloce ricerca con Google schiude un mondo che è fatto di centinaia di risultati, anche se poi risalire alla carta d’identità delle aziende non è sempre facile. Diverse partite Iva presenti nelle pagine di riferimento risultano inesistenti. Altre rimandano a società che, seppure con chiare radici italiane, hanno sede legale in Paesi come Malta, ma anche a Ragusa, Padova e Orvieto, in provincia di Terni.

Chi sono e dove sono le aziende che vendono contatti

Ognuna ha un suo codice di attività, il codice Ateco, e fatturati di ordine diverso, dai 300mila agli oltre 600mila euro. Tratto comune è il numero di dipendenti che oscillano, in media, fra tre e cinque persone, e la ragione sociale visto che, nella maggior parte dei casi, si tratta di società a responsabilità limitata.

Diverso è invece il metodo attraverso il quale le liste di numeri vengono compilate. Una sorta di pesca a strascico che consente di raccogliere informazioni, ad esempio attraverso le iscrizioni online, gli abbonamenti a servizi, la compilazione volontaria dei propri dati in formulari in rete, la partecipazione a concorsi o la sottoscrizione a newsletter. Ultima frontiera è quella del dialing automatico, che permette ai call center di generare automaticamente combinazioni numeriche casuali e chiamare numeri a caso fino a raggiungere potenziali clienti. Su tutto dovrebbe vigilare il registro delle opposizioni. E la domanda resta la stessa: come hanno avuto il mio numero? Click.

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