La raccolta delle olive in Cisgiordania segna un aumento delle violenze senza precedenti

03.11.2025 16:55
La raccolta delle olive in Cisgiordania segna un aumento delle violenze senza precedenti

Violenti attacchi dei coloni israeliani durante la raccolta delle olive in Cisgiordania

Nel mese di ottobre, durante il periodo cruciale della raccolta delle olive in Cisgiordania, si sono registrati un numero allarmante di attacchi da parte di coloni israeliani. Secondo le Nazioni Unite, sono stati documentati 126 attacchi, il numero più alto dal 2020. I coloni, spesso accompagnati da forze armate israeliane, hanno intimidito e violato i diritti degli agricoltori palestinesi, rendendo sempre più difficile l’accesso alle loro terre, riporta Attuale.

Il raccolto di olive è una tradizione fondamentale per le comunità palestinesi, con oltre 8 milioni di alberi che, fino al 2011, coprivano circa il 57% dei terreni agricoli tra Cisgiordania e Gaza. Tuttavia, a causa della crescente aggressività dei coloni, che spesso sabotano le operazioni di raccolta tagliando o bruciando alberi, quest’anno si stima che circa 4.000 alberi siano stati danneggiati, secondo le statistiche dell’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.

Le violenze non si sono limitate agli agricoltori. Anche i volontari internazionali, che si erano recati nei campi per offrire supporto, sono stati coinvolti. 32 di loro, tra cui un’italiana, sono stati arrestati e espulsi da Israele dopo aver assistito a intimidazioni nei confronti degli agricoltori. Martina Stefanelli, una delle volontarie, ha descritto come, nonostante siano stati istruiti a non rispondere alle provocazioni, i gruppi di coloni abbiano lanciato pietre e minacciato i partecipanti alla raccolta.

In molti casi, i coloni agiscono con il supporto diretto delle forze di sicurezza israeliane. La settimana scorsa, a Turmus Aya, i militari hanno utilizzato gas lacrimogeni per disperdere gli agricoltori, accrescendo la tensione e la paura nell’area. Le Nazioni Unite hanno denunciato che la violenza avviene con “il consenso, il sostegno e, in alcuni casi, la partecipazione delle forze di sicurezza israeliane”.

I gruppi per i diritti umani hanno condannato l’uso di mappe militari per restringere l’accesso degli agricoltori alle loro terre. Queste pratiche sono state denunciate come modalità sistematica di intralcio alla raccolta delle olive, un’attività che rappresenta una risorsa vitale per la comunità locale e la sua economia.

Organizzazioni locali e internazionali hanno intensificato gli sforzi per sostenere gli agricoltori durante il periodo della raccolta. Tuttavia, gli attacchi e le espulsioni di volontari pongono nuove sfide per la loro operatività e per la sicurezza degli agricoltori. L’impatto economico di questi eventi è significativo, con perdite stimate in milioni di dollari a causa dell’incapacità di accedere ai campi di ulivi.

Questa serie di eventi mette in evidenza una situazione sempre più tesa in Cisgiordania, dove la raccolta delle olive diventa un battleground simbolico tra la resistenza palestinese e l’occupazione israeliana. Le testimonianze raccolte dai media internazionali confermano un deterioramento della sicurezza e dei diritti umani nella regione, sollevando interrogativi sulla sostenibilità della vita agricola per i palestinesi in queste aree.

1 Comments

  1. Incredibile che nel 2023 si debbano ancora vedere scene di violenza così assurde per una tradizione come la raccolta delle olive. Gli agricoltori palestinesi meritano rispetto e protezione, non intimidazioni. Ma dove sta l’umanità?!

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