L’Assemblea Nazionale francese voterà sulla sospensione della riforma delle pensioni fino alle elezioni del 2027

12.11.2025 13:55
L'Assemblea Nazionale francese voterà sulla sospensione della riforma delle pensioni fino alle elezioni del 2027

Francia: l’Assemblea Nazionale vota sulla sospensione della riforma delle pensioni

Mercoledì pomeriggio, l’Assemblea Nazionale francese si riunirà per decidere se sospendere, fino alle elezioni presidenziali del 2027, la contestata riforma delle pensioni, approvata nel 2023 e che prevede l’aumento graduale dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, riporta Attuale.

La misura è integrata in una legge finanziaria cruciale relativa ai fondi per la previdenza sociale per il 2026, parte essenziale del bilancio statale, che deve essere approvato definitivamente entro metà dicembre. Negli ultimi dodici mesi, la questione ha portato alla caduta di due governi, quelli di Michel Barnier e François Bayrou. Anche se la legge dovesse essere approvata oggi dall’Assemblea, prima di diventare definitiva dovrà passare dal Senato.

L’approvazione della sospensione della riforma è vitale per la stabilità del governo di minoranza del primo ministro Sébastien Lecornu, sostenuto dal partito del presidente Emmanuel Macron. La richiesta di sospensione è stata avanzata dal Partito Socialista, che ha accettato di non votare la mozione di sfiducia e di non far cadere questo governo.

La riforma delle pensioni ha generato un acceso dibattito in Francia, divenendo uno dei simboli della presidenza di Macron, il quale ha sempre sostenuto l’urgenza di frenare l’aumento del costo del sistema pensionistico francese, raddoppiato negli ultimi quarant’anni in rapporto al PIL. La proposta di sospensione da parte di Lecornu è stata interpretata come una significativa concessione, dato che la riforma era stata approvata attraverso l’articolo 49.3 della Costituzione, che consente l’adozione di una legge senza passare per il parlamento, un metodo utilizzato frequentemente dai governi di Macron nel corso degli anni.

Posizioni politiche e votazioni

I partiti di opposizione non hanno mai smesso di criticare Macron per l’attuazione della riforma. I Socialisti cercano di sfruttare questo periodo di instabilità per sospendere temporaneamente la riforma con l’obiettivo di riprenderne la discussione dopo le elezioni presidenziali del 2027. Tuttavia, non tutti all’interno dell’opposizione concordano con questa strategia, inclusi i membri di France Insoumise, il partito di sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon.

Il destino della sospensione è incerto: il voto dei deputati sostenitori del governo di Lecornu, che non hanno ancora fatto dichiarazioni ufficiali, sarà decisivo. Già hanno annunciato il loro voto favorevole il Partito Socialista, il Rassemblement National e il gruppo Libertés, indépendants, outre-mer & territoires (LIOT), che comprenda 22 parlamentari di varie inclinazioni politiche.

Se i parlamentari dovessero seguire le indicazioni di voto, si prevede che vi siano 214 voti a favore, ma questo è inferiore ai 289 necessari per una maggioranza semplice, considerando che potrebbero esserci numerosi astenuti.

Contrari alla misura saranno La France Insoumise, i Repubblicani e la maggior parte dei deputati del partito Horizons. Secondo questa opposizione, posticipare l’entrata in vigore della legge sarebbe ingannevole per la popolazione, mentre La France Insoumise richiede l’annullamento totale della riforma e non una sua mera sospensione. La critica si è intensificata, con i Socialisti che accusano LFI di cercare più voti a danno del bene comune.

Indecisi e astensioni

Tra i potenziali astenuti ci sono i Verdi e i Comunisti. Votare contro potrebbe allontanarli dal Partito Socialista, mentre un voto a favore confliggerebbe con l’opposizione a La France Insoumise. Anche i partiti allineati con Horizons e altri centristi stanno valutando le loro posizioni, poiché passare la misura consentirebbe di salvaguardare la legge di bilancio e la stabilità governativa.

La votazione rappresenta non solo una questione legislativa, ma un momento cruciale per la continuità politica in Francia, sotto l’ombra delle scadenze elettorali e delle pressioni sociali.

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