La crescente preoccupazione per la violenza giovanile in Italia
Roma, 15 novembre 2025 – Elisabetta Aldrovandi, avvocato modenese e presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime, denuncia un aumento inquietante dei minorenni armati di spray e coltelli: “Portare con sé un coltello è considerato come una sorta di vanto, un modo per comunicare: io sono forte, invincibile, stai attento a quello che fai. Anche vero che è l’arma più facile da reperire. Nell’immaginario soprattutto giovanile, viene visto invece come qualcosa che dà una specie di fregio”, riporta Attuale.
La normalizzazione della violenza tra i giovani è evidente. Aldrovandi sottolinea che i contesti educativi, inclusi i social media e le interazioni scolastiche, contribuiscono a questa cultura, dove possedere armi viene percepito come un segno di status. “Se fin da piccolo sono immerso in un mondo più virtuale che reale, vedo che le persone con le armi sono considerate ‘fighe’, vincenti nella vita”, afferma.
In particolare, la pubblicità recente di uno spray al peperoncino, che enfatizza la necessità di protezione, ha sollevato preoccupazioni per il suo uso improprio. Aldrovandi osserva che in situazioni di alta criminalità urbana, molti giovani sentono la necessità di portare questo spray come difesa personale. “A Modena, già anni fa le commesse dei negozi si organizzavano per chiudere insieme e andare al parcheggio”, spiega, evidenziando un contesto di insicurezza condiviso.
Recentemente, in risposta a incidenti di abuso, il sindaco di Modena ha firmato un’ordinanza per vietare l’uso dello spray in occasione di eventi pubblici. “In classe sono stati segnalati episodi inappropriati, dove lo spray, nato come strumento di autodifesa, è stato utilizzato per offendere qualcuno”, sottolinea Aldrovandi, richiamando alla mente la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, un tragico evento che ha sottolineato i pericoli associati a questo tipo di violenza.
La situazione è preoccupante: “A Modena abbiamo problemi legati a una sottovalutazione ultra decennale della criminalità giovanile, con immigrati di seconda generazione e quartieri considerati pericolosi anche di giorno”, continua Aldrovandi.
Il senso di insicurezza in Italia è diffuso, con allerta crescente su temi legati alla criminalità. “Abbiamo uno dei tassi di criminalità più alti d’Europa, e questo è legato all’immigrazione irregolare; attualmente in Italia ci sono 320mila clandestini”, afferma.
Infine, la domanda riguarda il futuro della cultura delle armi in Italia. Aldrovandi esclude un’evoluzione verso una deriva americana: “Assolutamente no, non siamo un popolo guerrafondaio. E c’è un garantismo a favore di chi commette i reati che a volte è addirittura eccessivo”.