Trump e la Strategia sul Venezuela: Tra Minacce e Dialogo
Donald Trump mantiene una posizione ambigua riguardo alla situazione in Venezuela, oscillando tra messaggi minacciosi e l’invito al dialogo mentre prepara una task force navale nei Caraibi. Il presidente americano sembra intenzionato a usare la forza per indurre Caracas a sedersi al tavolo delle trattative, riporta Attuale.
Recentemente, due sviluppi si sono distinti: la Casa Bianca ha autorizzato la CIA a intraprendere operazioni segrete, un passo che potrebbe preludere a una possibile offensiva militare diretta. Allo stesso tempo, esiste un canale di comunicazione con il regime venezuelano, permettendo di esplorare trattative dirette, anche se per ora non hanno prodotto risultati concreti.
La strategia statunitense negli ultimi giorni ha riguardato un’ampia lotta contro il narcotraffico, colpendo ripetutamente i trafficanti nel mare dei Caraibi e nel Pacifico. Finora, sono stati condotti 22 attacchi mediante droni e aerei per affondare imbarcazioni sospette.
Il Pentagono ha presentato al presidente diverse opzioni, tra cui raid mirati sui network narcotrafficanti e un’azione concentri-ficata per distruggere infrastrutture militari e centri di comando in Venezuela. Un controllo su siti petroliferi venezuelani è stato proposto come ulteriore forma di pressione, in contesto di recenti discussioni sull’offerta di concessioni sulle riserve petrolifere da parte del Venezuela.
Secondo il New York Times, i venezuelani hanno offerto un piano che prevede un passaggio di potere con la partenza di Maduro entro due o tre anni, ma tale proposta non è stata accolta favorevolmente da Washington. Le proposte della Casa Bianca includono anche un sostegno a un possibile colpo di stato interno e attività di intelligence per indebolire il regime attuale.
Le indecisioni di Trump e le sue proposte divergenti possono essere interpretate in vari modi, suscitando interrogativi sulle sue reali intenzioni e sulla legittimità delle azioni pianificate contro i trafficanti. Inoltre, alcuni alleati hanno manifestato il loro dissenso: il Messico ha recentemente ribadito il suo rifiuto a consentire attacchi americani nel proprio territorio. La mobilitazione della flotta militare, compreso l’arrivo della portaerei Ford, può quindi essere vista sia come una preparazione per un intervento diretto sia come un modo per esercitare pressione su Caracas, suggerendo che il dialogo rimane una possibilità.
Ma che casino! Non capisco perché Trump debba sempre oscillare tra minacce e dialogo. E poi, mandare una task force nei Caraibi? Mi sembra un’azione esagerata. Non è meglio trovare una soluzione pacifica piuttosto che usare la forza? Così non si risolve niente…