La figlia di Zuma al centro del reclutamento di africani per la guerra russa in Ucraina

23.11.2025 15:20
La figlia di Zuma al centro del reclutamento di africani per la guerra russa in Ucraina
La figlia di Zuma al centro del reclutamento di africani per la guerra russa in Ucraina

Giovani sudafricani e botswani inviati al fronte dopo promesse ingannevoli

La figlia dell’ex presidente sudafricano Jacob Zuma, Duduzile Zuma, è coinvolta nel reclutamento di giovani uomini provenienti dal Sudafrica e dal Botswana per unirsi alle forze russe nella guerra contro l’Ucraina, secondo testimonianze di familiari e messaggi WhatsApp esaminati da diverse persone vicine al caso. Un gruppo di circa venti ragazzi sarebbe partito per la Russia a luglio, convinto di seguire un corso di formazione come guardie del corpo legate al partito uMkhonto weSizwe (MKP) fondato da Jacob Zuma. Una volta arrivati, i giovani avrebbero firmato contratti militari redatti esclusivamente in russo e sarebbero stati trasferiti rapidamente nelle zone di combattimento in Ucraina, interrompendo ogni contatto con le loro famiglie ad agosto.

Contratti militari mascherati da corsi di sicurezza

Secondo i parenti, molti dei reclutati credevano di firmare semplici documenti amministrativi per un programma di formazione privata. Fotografie circolate tra i familiari mostrano il gruppo in viaggio verso la Russia e successivamente in abiti mimetici, affiancati da istruttori. Nei messaggi WhatsApp visionati dai parenti, Duduzile Zuma avrebbe assicurato alle famiglie che i ragazzi non sarebbero stati mandati al fronte. La legislazione sudafricana vieta dal 1998 il lavoro come mercenario o la partecipazione ad attività militari per conto di un governo straniero, rendendo la vicenda oggetto di un’indagine ufficiale.

Mancate risposte e pressioni politiche interne

Duduzile Zuma, deputata e figura di spicco del MKP, non ha risposto alle richieste di chiarimento. Né la presidenza sudafricana né il ministero delle Relazioni Internazionali hanno commentato, così come l’ambasciata russa a Pretoria. Le rivelazioni emergono a due settimane dall’ordine del presidente Cyril Ramaphosa di avviare un’indagine su come cittadini sudafricani siano stati reclutati come combattenti nella guerra in Ucraina. Secondo la presidenza, diciassette sudafricani bloccati nel Donbas avrebbero chiesto assistenza per tornare a casa.

Una figura già legata alla propaganda filorussa

Duduzile Zuma è nota per il suo sostegno pubblico al presidente russo Vladimir Putin sui social media, per aver diffuso contenuti filorussi e per aver criticato duramente Ramaphosa. È inoltre sotto processo con l’accusa di alto tradimento per aver incitato alla violenza nel 2021, quando rivolte diffuse provocarono circa 350 morti dopo l’arresto di Jacob Zuma. Nei messaggi WhatsApp indirizzati ai giovani reclutati, Duduzile li rassicurava affermando che sarebbero stati impegnati solo in compiti di pattugliamento o logistica, promettendo persino di “venirli a prendere di persona” nel caso fossero mandati al fronte.

Famiglie senza notizie e tentativi di rimpatrio

I familiari hanno denunciato difficoltà nel contattare Duduzile Zuma, che per settimane non risponderebbe alle chiamate. La presidenza sudafricana sostiene di lavorare tramite canali diplomatici per ottenere il rimpatrio dei giovani, che sarebbero stati attirati con la promessa di contratti redditizi senza sapere per chi avrebbero combattuto. Secondo la stampa locale, Jacob Zuma avrebbe scritto al ministro della Difesa russo chiedendo il ritiro di diciotto sudafricani dal fronte, affermando che erano stati convinti a firmare un contratto di fanteria nella regione di Pskov.

Cresce il fenomeno del reclutamento africano per la Russia

Dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, diversi paesi africani hanno segnalato casi di cittadini arruolati per combattere a fianco della Russia. Il Kenya ha aperto un’inchiesta dopo la scoperta di propri cittadini impiegati nel conflitto, mentre più di 200 kenyoti sarebbero attivi nelle unità russe, secondo dichiarazioni del ministro degli Esteri Musalia Mudavadi. L’Ucraina ha inoltre affermato che oltre 1.400 africani combattono per la Russia, sottolineando la dimensione crescente del fenomeno e le sue implicazioni per la sicurezza globale.

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