Roma, 23 novembre 2025 – Le controversie tra condomini sono all’ordine del giorno, ma quanto incidono realmente i ‘rumori molesti’? E soprattutto: quali sono le strategie di difesa? Secondo Paolo Gatto, avvocato e presidente di Alac Genova, l’associazione dei liberi amministratori condominiali, “Molte lamentele e liti ma poche cause legali. In 35 anni di attività ne avrò vista una”, riporta Attuale.
1. Rumori molesti: quando è conveniente avviare una causa?
Esiste un motivo chiaro per cui è sconsigliabile intraprendere una strada onerosa da più punti di vista, sia economici che di tempo. Come chiarisce Gatto: “Vediamo querele e denunce per rumori molesti e per disturbo della quiete pubblica”. Tuttavia, le cause legali rischiano di prolungarsi senza risultati concreti. In casi specifici, “quando la pronuncia può far cessare il fastidio”, prosegue Gatto, “è possibile intraprendere l’azione legale. Ad esempio, se una caldaia fa rumore, si può obbligare il condominio a modificarla o a porre rimedi al problema”.
Se, invece, il rumore è soggettivo, legato a una persona che suona, grida o un cane che abbaia, e questi sono i casi più comuni, un’eventuale pronuncia non sarà eseguibile.
2. Quando il giudice può imporre una multa?
Se il mio vicino ascolta musica fino a notte fonda, quale strategia posso adottare? “Con le ultime riforme è stata introdotta una norma: il giudice può imporre una somma da pagare per ogni violazione successiva all’ordine”, sottolinea Gatto. Nel caso in cui venga imposto di non suonare dopo le dieci di sera, ogni violazione comporterà una penalità monetaria, dal momento che l’intervento di un ufficiale giudiziario non è praticabile. Tuttavia, se il trasgressore è un proprietario, il deterrente può rivelarsi efficace; in caso contrario, come ad esempio con un conduttore nullatenente, dare vita a una causa diventa anti-economico.
3. Disturbo della quiete pubblica: quando denunciare?
Se il mio vicino provoca rumori incessanti dalla mattina alla sera, devo rassegnarmi? “In questo caso si può presentare denuncia per disturbo della quiete pubblica, ma questa deve interessare anche altri e non solo me. Di fatto, la denuncia spesso si traduce in una sanzione pecuniaria che, in presenza di un nullatenente, risulta poco efficace”, aggiunge Gatto.
4. Qual è il limite di rumore in un condominio?
E riguardo alla misurazione del rumore? Qual è la soglia di tollerabilità? “Esiste una soglia di tollerabilità”, chiarisce Gatto, ma essa può variare notevolmente da individuo a individuo. “Questo è un altro problema. Alcuni comportamenti sono più preoccupanti, specialmente tra le persone particolarmente sensibili. Ad esempio, un anziano si lamentava e finì per reagire con violenza. Dunque, esiste un risvolto della medaglia, poiché ci sono individui che fanno davvero la caccia al rumore.”
5. Qual è la principale problematica nei condomini?
Ma il rumore costituisce realmente il principale problema nei condomini? “No, assolutamente”, afferma Gatto. “Oggi, una delle problematiche fondamentali nei condomini è l’aspetto economico. In alcune periferie, il costo dei lavori supera il valore dell’immobile. Il ritardo nell’intervento lascia i proprietari a rischio di esclusione dal mercato”. Pertanto, le liti tra vicini avvengono prevalentemente su questioni riguardanti i lavori e le infiltrazioni. La chiave per una convivenza serena? “Chiudere un occhio, a volte da entrambe le parti”.