Il killer della stazione di Perpignan: vent’anni di omicidi e violenze su giovani donne

29.11.2025 07:15
Il killer della stazione di Perpignan: vent'anni di omicidi e violenze su giovani donne

Jacques Rançon: Il serial killer francese della stazione di Perpignan

Il 28 giugno 1986, Isabelle Mesnage, una studentessa di Informatica di 20 anni, viene avvicinata da un’auto mentre passeggia a Corbie, in Francia. L’uomo la costringe a salire, la colpisce ripetutamente e la strangola. Dopo averla violentata, mutila il suo corpo, abbandonando il cadavere lungo la strada. Questo atto rappresenta il primo di quattro omicidi e il primo di dieci crimini sessuali commessi da Jacques Rançon, un serial killer che ha operato tra gli anni ’80 e i primi del 2000, riporta Attuale.

Le vittime di Rançon sono tutte giovani donne, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, vulnerabili e spesso sole. L’uomo, all’epoca 26enne, ritiene che siano le ragazze a desiderare il suo approccio, esprimendo il suo intento di «fare l’amore» con loro, mentre rifiuta di identificarsi come un predatore sessuale. Rançon è convinto che il destino delle sue vittime dipendesse dalla loro reazione: chi non opponeva resistenza sopravviveva, chi cercava di scappare moriva.

Conosciuto come il «killer della stazione di Perpignan», poiché la maggior parte dei suoi crimini è avvenuta nelle vicinanze della stazione ferroviaria di questa località, Rançon ha dato vita a una serie di atti di violenza che hanno lasciato segni indelebili nella società francese. La sua storia è attualmente rivisitata nella serie Lost Station Girls: il mostro della stazione disponibile su Disney+.

Attualmente, Rançon, ufficialmente riconosciuto come serial killer, si trova in carcere con la possibilità di richiedere la libertà vigilata nel 2036, quando avrà 76 anni.

L’infanzia e la vita criminale di Jacques Rançon

Nato come il più piccolo di 13 figli, Rançon cresce in un ambiente caratterizzato dalla povertà e dalla violenza. Fin da giovane, subisce bullismo a scuola e maltrattamenti nella sua casa. A 16 anni commette il suo primo reato sessuale, ma non verrà perseguito poiché la vittima non viene incoraggiata a presentare denuncia.

Alla soglia dei 19 anni, partecipando al funerale del padre, scopre di avere altri 15 fratelli. Qui inizia a manifestare comportamenti delinquenti, compiendo furti e vivere ai margini della legge. L’omicidio di Isabelle Mesnage avviene dopo poco tempo da quando Rançon si è trasferito ad Amiens. Il caso rimane irrisolto fino agli anni successivi, complici la mancanza di prove e la sua capacità di sfuggire alla polizia.

Dai crimini alla condanna: il ciclo della violenza

Durante gli anni successivi, Rançon continua a commettere crimini, tra cui tentativi di violenza sessuale. Nel 1991, abusa fisicamente della moglie, portando questa a lasciare lui e i figli. Ritorna a Perpignan, dove continua la sua serie di aggressioni mortali, tra cui l’omicidio di Mokhtaria Chaïb nel 1997. Le autorità iniziano a collegare i crimini, ma inizialmente non riescono a incastrarlo.

Nel 1998, Rançon commitirà un altro omicidio, quello di Marie-Hélène Gonzalez, il cui caso viene riaperto dopo il suo arresto nel 1999. Dopo una serie di arresti e condanne, nel 2018, davanti alla Corte d’Assise, viene riconosciuto colpevole di omicidio, stupri, e condannato all’ergastolo.

Nella primavera del 2019, Rançon confessa l’omicidio di Isabelle Mesnage; tuttavia, ritratta la sua testimonianza alcuni mesi dopo. Nel 2021, viene infine condannato per stupro e omicidio a 30 anni di carcere, ma un anno dopo la corte aumenta la pena all’ergastolo.

Oggi, Rançon rimane una figura controversa, simbolo di una lotta continua per giustizia da parte delle vittime e delle loro famiglie, e potrebbe ottenere la libertà vigilata nel 2036, quando avrà 76 anni.

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