I concerti dell’Eras Tour nelle ultime settimane prima del 5 novembre: gli staff di democratici e repubblicani si mobilitano per intercettare fan e narrazioni utili. E se la pop star facesse un appello voto?
L’Eras Tour di Taylor Swift è un altro evento da tenere d’occhio nelle elezioni Usa. Dall’endorsement a Kamala Harris la popstar non ha più parlato pubblicamente delle presidenziali, ma una serie di concerti prima del voto del 5 novembre hanno messo in moto le macchine organizzative elettorali di democratici e repubblicani. Anche Donald Trump è pronto a sfruttare la cosa: milioni di giovani elettori sono l’obiettivo di questa campagna nella campagna.
“Nella mia era del voto”: Harris a caccia di “Swifties”
Dopo il dibattito presidenziale, Taylor Swift aveva pubblicato un post su Instagram per appoggiare la candidatura di Kamala Harris come prossimo presidente degli Stati Uniti. Il giorno successivo, poco più di 400.00 persone hanno seguito il link postato da Swift e visitato vote.gov, il sito del governo per registrarsi e votare alle elezioni presidenziali di novembre. Non sappiamo in quanti si siano davvero registrati ma, da lì in poi, la popstar non ha fatto altri riferimenti alla campagna elettorale.
“Voto per Kamala Harris perché lei combatte per i diritti e le cause che credo abbiano bisogno di un guerriero che li difenda”.
Taylor Swift
I concerti tra la fine di ottobre e novembre dell’Eras Tour sono una nuova opportunità per raccogliere voti. La macchina elettorale democratica si è messa in moto per trasformare la tournée e renderla a tema a Kamala Harris, ma senza il diretto coinvolgimento di Swift, per ora. Se ne occuperanno gli “Swifties for Kamala”.
Il gruppo, non affiliato a Swift, vuole mobilitare i fan della cantante per sostenere Harris. In Florida, il comitato elettorale democratico ha collaborato con il gruppo per sfruttare tre concerti dell’Eras Tour in programma venerdì, sabato e domenica, giorno del sessantesimo compleanno di Kamala Harris.
Gli “Swifties for Kamala” hanno organizzato sondaggi, chiamate promozionali ai telefoni dei fan ed sms: circa 1,5 milioni di elettori della Florida potranno leggere sul loro telefono messaggi come “I Know Places You Can Vote” (Conosco luoghi in cui votare) e “How To Get The Girl Elected” (Come far eleggere la ragazza), ispirati alle canzoni di Swift. I volontari della campagna hanno anche realizzato i famosi “braccialetti dell’amicizia” con perline, diventati un accessorio distintivo tra gli spettatori dei concerti di Swift.
Nel mentre, il comitato democratico sponsorizza un nuovo filtro su Snapchat il cui banner recita: “Nella mia era del voto”, e “Sii impavido per”, con uno spazio vuoto che gli utenti possono riempire con parole come “Uguaglianza”, “Diritti riproduttivi” o “Azione per il clima”.
A Miami ci sono cartelloni pubblicitari con Harris e messaggi come “Benvenuti nella vostra era del voto! Andate rapidamente alle urne e votate per i democratici!”.
Gli “Swifties for Kamala” pensano anche a finanziare la campagna elettorale democratica: finora sono riusciti a raccogliere oltre 226.000 dollari su un obiettivo di 321.000. Ma i democratici non sono i soli che vogliono trarre vantaggio dai concerti di Swift.
Come Trump può usare i concerti di Taylor Swift contro Harris
Mentre i democratici sfruttano l’Eras Tour, i repubblicani non stanno a guardare. A Miami una carovana a tema Trump ha attraversato le vie della città fino a “downtown”, il centro. Come riporta Politico, Kevin Cooper, vicepresidente del Partito Repubblicano nella contea di Miami-Dade, ha detto che il messaggio del partito su Swift si concentrerà su quanto siano diventati costosi i biglietti per i suoi concerti.
L’occasione è quella di insistere su un tema “forte” per Trump e che, secondo vari sondaggi, è tra le priorità degli elettori americani in questo momento: l’inflazione. Cooper ha definito i concerti di Swift il “primo esempio di devastazione economica sotto l’amministrazione Biden-Harris”.
Ad agosto, Donald Trump aveva postato un’immagine finta di Taylor Swift creata con l’intelligenza artificiale che la mostrava vestita coi colori della bandiera americana. Sulla foto la scritta: “Taylor Swift vuole che tu voti per Donald Trump”. Trump aveva aggiunto al post: “Accetto!”.
Pochi giorni dopo l’endorsement di Swift a Harris, l’ex presidente ha cambiato idea, postando poche parole: “Io odio Taylor Swift!”.
Cosa succede se Taylor Swift spinge, di nuovo, i più giovani al voto
Si sta creando un’attesa intorno agli ultimi concerti di Taylor Swift: potrebbe essere l’occasione di qualche sua dichiarazione sulle elezioni, a poche settimane dal voto. Dopo Miami e la Florida, nei successivi due week end l’Eras Tour offrirà tre spettacoli ciascuno a New Orleans (Lousiana) e Indianapolis (Indiana). Tuttavia, al momento, non ci sono segnali che Swift lo farà.
I democratici ci sperano. “Ha un immenso potere per spingere gli elettori a votare”, ha detto Eden Giagnorio, portavoce del Partito Democratico della Florida. “Speriamo che i nostri sforzi organizzativi aiutino gli elettori a collegare i puntini, ma niente è paragonabile a ciò che può fare lei”.
D’altra parte i repubblicani, com’è ovvio, sperano che ciò non accada. Sempre Kevin Cooper, del Partito Repubblicano della Florida, ha detto che se dovesse fare una dichiarazione politica, Swift potrebbe mettere a rischio la reputazione: “Le persone sono lì per divertirsi e ascoltare musica”, riporta Politico, non per ricevere “messaggi politici di parte”.
Storicamente, gli endorsement per le presidenziali statunitensi hanno contato poco o nulla, ma, in passato, la popolarità di Taylor Swift ha contribuito a portare i fan alle urne. Nel 2018, il post di Swift su Instagram che incoraggiava le persone a votare causò un’ondata di registrazioni, soprattutto tra i giovani: furono in più di 35.000 a farlo. Dopo l’endorsement a Kamala Harris di settembre un numero dieci volte superiore di fan è arrivato sul sito per registrarsi. Ma non sappiamo in quanti lo hanno fatto davvero e, da allora, non sembra esserci stato un effetto sui numeri dei sondaggi. Quanti di questi andranno a votare, poi, è tutto da vedere.