Monte Roberto (Ancona), 4 dicembre 2025 – Poco dopo le 18, Nazif Muslija, marito di Sadjide Muslija, massacrata in casa a Pianello Vallesina di Monte Roberto (Ancona), è stato trovato riverso al suolo, gravemente ferito ma vivo, in una zona impervia del territorio di Matelica (Macerata). I sanitari del 118 intervenuti stanno provvedendo a stabilizzarlo. La sua autovettura, una Smart bianca, è stata rinvenuta nei pressi del luogo di ritrovamento, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, riporta Attuale.
Un tubo di ferro l’arma del delitto
I carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche hanno trovato e sequestrato un tubo di ferro. Sarà analizzato per verificare se le ferite riportate dalla donna, colpita alla testa e al torace, siano compatibili con l’arma e se ci siano impronte del marito, Nazif Muslija, sul quale è stato disposto un mandato di fermo internazionale e che è ancora ricercato. La Procura disporrà l’autopsia sul corpo della donna.
Diversi colpi sul cranio
I primi riscontri, effettuati sul posto dal medico legale Angelo Montana, hanno evidenziato diversi colpi severi sul cranio e sul corpo della donna ritrovata sul letto. L’aggressione mortale sarebbe avvenuta al mattino, anche se l’orario indicativo della morte sarà accertato dall’autopsia. Il tubo di ferro, che presenta tracce ematiche, era appoggiato a un muro esterno dell’abitazione: è un tubo vuoto all’interno, come quelli utilizzati per le impalcature nei cantieri.
Il cognato: “Spero che lo trovino morto”
“Non voleva distruggere la sua famiglia, per questo Sadjide lo aveva riaccolto in casa. Ci ha provato”. Parole del cognato di Sadjide, che ha commentato il delitto. Nazif Muslija, l’uomo di 50 anni, macedone, è in fuga e ricercato dalla mattina di ieri, quando non si è presentato al lavoro e è stato scoperto il cadavere della moglie. Nel pomeriggio, è stato rinvenuto un tubo di ferro da cantiere fuori casa, potenziale arma del delitto.
“Spero che lo trovino morto – ha dichiarato il cognato ai microfoni di ‘Ore 14’, su Rai Due. Non ci sono parole per quello che ha fatto”. Ha poi descritto Sadjide come “una donna bravissima, lavoratrice, dedita alla casa e alla famiglia”, mentre di Nazif ha commentato: “Era una brava persona inizialmente, poi è diventato violento, in particolare negli ultimi 3-4 anni. Beveva tanto: una cassetta di birra al giorno”.
L’amica della vittima: “Sembrava un angelo”
Intervenuta a ‘Ore 14’, un’amica e vicina di casa della vittima ha dichiarato: “Era eccezionale, meravigliosa, grande lavoratrice. La conosco da 15 anni. Sembrava un angelo. Ieri ho sentito la notizia e le ho scritto un messaggio: ‘spero non sia tu’… e invece. Mi aveva raccontato di anni di violenze del marito. Aveva sofferto tanto”.
Mandato di ricerca internazionale per Nazif Muslija
La procura di Ancona ha disposto un fermo e un mandato di ricerca internazionale nei confronti di Nazif Muslija, ufficialmente indagato per l’omicidio volontario della moglie Sadjide.
La fuga in Smart secondo alcuni testimoni
L’uomo è irreperibile e, secondo alcuni testimoni, sarebbe stato visto lasciare la casa di via Garibaldi a bordo di una Smart e potrebbe aver lasciato l’Italia. Durante tutta la mattina, il lavoro della scientifica dei carabinieri è proseguito all’interno dell’abitazione, alla ricerca di elementi utili a ricostruire quanto accaduto nella camera da letto dove è stato rinvenuto il corpo esanime della donna, massacrata dai colpi violenti del suo assassino.