Proseguono i negoziati per la pace in Ucraina, tra pressioni americane e tentativi europei di mediazione
I negoziati volti a porre fine alla guerra in Ucraina stanno attraversando due percorsi distinti. Gli Stati Uniti spingono per una soluzione rapida, anche a costo di compromettere la sicurezza dell’Ucraina e di fare grosse concessioni alla Russia. In controtendenza, l’Europa sta cercando di limitare le concessioni più onerose alla Russia, per garantire la sicurezza del paese e sostenere l’Ucraina, riporta Attuale.
Domenica e lunedì, i negoziatori statunitensi, europei e ucraini si sono incontrati a Berlino, consolidando la posizione diplomatica della Germania sotto la guida del cancelliere Friedrich Merz. Giovedì, i leader dell’Unione Europea discuteranno dell’utilizzo dei oltre 200 miliardi di euro di beni russi congelati, la cui gestione potrebbe influenzare il supporto economico all’Ucraina negli anni a venire.
Durante l’incontro, l’Ucraina ha mostrato una notevole apertura nelle sue richieste negoziali, con il presidente Volodymyr Zelensky che ha rinunciato, per la prima volta, alla richiesta di adesione alla NATO. In cambio, Stati Uniti ed Europa hanno promesso garanzie di sicurezza simili a quelle dell’Articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, a specifiche condizioni.
Le garanzie includono un importante sostegno militare che dovrebbe perdurare anche dopo un eventuale cessate il fuoco, permettendo all’Ucraina di mantenere un esercito in grado di difendersi da futuri attacchi russi. Si è inoltre discusso a Berlino della possibilità che i paesi europei inviino truppe in Ucraina come presidio di difesa. Entrambi i punti, però, sono osteggiati dalla Russia, che ha chiesto una riduzione significativa della forza militare ucraina e ha rifiutato la presenza di forze internazionali.
Un nodo cruciale da sciogliere riguarda la regione del Donbas. La Russia ha già occupato circa l’85% del territorio, e ha dichiarato che, nel caso di un accordo per il cessate il fuoco, l’Ucraina dovrebbe cedere anche il restante 15%. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che questa è una questione fondamentale: «O liberiamo quei territori con la forza, o le truppe ucraine li abbandonano», ha dichiarato all’inizio di dicembre, utilizzando l’eufemismo “liberare” per riferirsi all’aggressione militare.
Tuttavia, per l’Ucraina rinunciare a tali territori è inaccettabile, poiché costituiscono la base delle sue principali difese, definite la “cintura delle fortezze”. Cederli alla Russia significherebbe esporsi a est e aumentare il rischio di una nuova invasione. Attualmente, gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni affinché l’Ucraina accetti di cedere i territori, ritenendo che questa sia la migliore strategia per raggiungere un accordo rapidamente, ma Ucraina ed Europa stanno cercando di dissuadere Washington.
La questione della realizzazione di un accordo dipenderà fortemente dalle reazioni russe, con il rischio concreto che Putin respinga qualunque proposta avanzata da Kiev, ripristinando le proprie condizioni.
Contemporaneamente, giovedì l’Europa sarà chiamata a dimostrare la propria credibilità internazionale durante la riunione del Consiglio Europeo, dove i leader discuteranno l’utilizzo dei beni congelati russi per sostenere l’Ucraina. Già da mesi circola l’idea di utilizzare 210 miliardi di euro di beni russi bloccati in Europa per sostenere lo sforzo militare e mantenere lo stato ucraino. La Commissione Europea ha predisposto un meccanismo ad hoc, definendo l’utilizzo di questi beni come un “prestito di riparazione” che l’Ucraina dovrà rimborsare solo quando la Russia accetterà di risarcirla per i danni causati dall’invasione.
Utilizzare i beni russi permetterebbe all’Europa di sostenere l’ Ucraina senza ricorrere a fondi propri, ma esporrebbe gli Stati membri a possibili ripercussioni legali da parte della Russia. Per questo, Belgio e altri paesi come Italia, Malta, Bulgaria e Repubblica Ceca si oppongono a questa soluzione, con il rischio che le divergenze tra i membri possano compromettere l’approvazione del piano.
La situazione finanziaria dell’Ucraina è una questione di spessore per l’Unione Europea: mentre i leader dichiarano che la difesa dell’Ucraina è fondamentale per la sicurezza europea, l’incapacità di arrivare a un accordo sulle modalità di assistenza pone seri interrogativi sulla coesione dell’Unione. Inoltre, se non verranno utilizzati i fondi russi, ci saranno poche alternative per finanziare ulteriormente l’Ucraina; tutte le proposte devono essere approvate all’unanimità, e ci si aspetta il veto da parte di leader vicini alla Russia. «Non inganniamoci. Se non riusciamo a fare questa cosa, la capacità dell’Unione Europea di agire sarà danneggiata gravemente per anni», ha avvertito il cancelliere tedesco Merz.