Alcuni funzionari citati dal Washington Post avevano fatto trapelare dettagli della chiamata, ora negata dal Cremlino
Il Cremlino smentisce le indiscrezioni su una prima telefonata tra Vladimir Putin e il neo presidente eletto Donald Tump, che secondo quanto riferito dal Washington Post si sarebbe tenuta già lo scorso giovedì 7 novembre. A poche ore dalla vittoria del tycoon, Putin si era congratulato mostrando disponibilità a riprendere il dialogo con gli Stati Uniti. Secondo i funzionari Usa citati dal Post, tema centrale del colloquio telefonico sarebbe stato il conflitto in Ucraina, che nel corso della campagna elettorale Trump ha più volte promesso di far finire in tempi rapidissimi.
Il Cremlino smentisce la telefonata Trump-Putin: “Pura invenzione”
Già il giorno dopo la sua vittoria, Trump aveva dichiarato di aver parlato con circa 70 leader mondiali, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma su Putin aveva glissato: “Penso che parleremo”. Secondo il Post, la chiamata era invece già avvenuta. Citando fonti ritenute informate, il quotidiano di Washington ha ricostruito parte del contenuto della telefonata: il tycoon avrebbe consigliato a Putin di “non intensificare la guerra in Ucraina, ricordandogli la consistente presenza militare americana in Europa”. I due leader avrebbero poi discusso dell’obiettivo della pace nel continente europeo e in merito Trump avrebbe espresso la volontà di tenere ulteriori colloqui per discutere della “risoluzione della guerra in Ucraina in tempi brevi”.
Nulla di vero, afferma oggi il Cremlino. “Questa notizia è una pura invenzione. Si tratta di informazioni false”, ha dichiarato il portavoce della presidenza, Dmitri Peskov, aggiungendo che “non ci sono ancora piani specifici per i contatti tra Putin e Trump”.
“50mila soldati russi e nordcoreani pronti a riprendere Kursk”
Mentre secondo i dati forniti da Kiev ieri, 10 novembre, le perdite russe in Ucraina hanno raggiunto il nuovo record giornaliero di 1.770, superando il precedente record di 1.740 vittime dello scorso maggio, alcuni funzionari Usa e ucraini hanno rivelato al New York Times le ultime massicce manovre militari di Mosca. L’esercito russo avrebbe raccolto 50mila soldati, tra militari russi e nordcoreani, per prepararsi ad un assalto mirato per riprendere il controllo delle aree del Kursk conquistate dall’Ucraina nell’offensiva sul territorio della Federazione russa iniziata ad agosto.
Secondo una nuova valutazione degli Stati Uniti, la Russia ha potuto ammassare le truppe nel Kursk senza dover ritirare soldati dall’est dell’Ucraina, che è la sua principale priorità sul campo di battaglia, il che permette a Mosca di continuare ad esercitare pressione su più fronti contemporaneamente. I funzionari Usa citati dal Nyc hanno poi sottolineato come le truppe russe abbiano già recuperato parte del territorio conquistato dall’Ucraina a Kursk tramite attacchi missilistici e fuoco di artiglieria, ma che un assalto importante nell’area non è stato finora messo in atto.