Rispetto al passato il mercato dell’usato è diventato più costoso e complesso. A causa dell’elevata domanda, infatti, stanno aumentando i prezzi e si stanno riducendo le disponibilità di vetture. Un ritorno di interesse che sta facendo aumentare il costo dell’assicurazione anche per le auto più vecchie
Cofani, parafanghi, portiere, parti di scocca della carrozzeria sempre più costosi per via dell’inflazione e della crisi del Mar Rosso, mentre aumentano i furti su commissione e gli italiani mostrano sempre più interesse per le auto usate. Un mix che sta facendo lievitare i premi delle assicurazioni, contribuendo ad alleggerire i portafogli degli automobilisti già svuotati dal caro benzina.
Gli aumenti generalizzati delle polizze Rc auto è sotto gli occhi di tutti, tanto da preoccupare anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Ma come mai i rincari colpiscono anche le auto più vecchie? Ci troviamo di fronte a un evidente paradosso: sembra proprio che in alcuni casi la svalutazione dell’auto in funzione del tempo abbia invertito rotta. Ma andiamo per ordine.
Stangata sull’Rc auto 2024
Amara sorpresa per chi deve rinnovare l’Rc auto. Prezzi da brivido: a febbraio il premio medio ha registrato un rincaro del 6,5 per cento rispetto all’anno precedente, confermando il trend al rialzo degli ultimi due anni (nella foto sotto l’andamento dei premi). Ma la notizia peggiore è che la stangata potrebbe proseguire anche per il resto del 2024, portando il costo medio di una polizza auto ben oltre i 395 euro rilevati dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) nel secondo mese dell’anno.
Solitamente l’incremento dei premi è dovuto a diversi fattori, come ad esempio agli incidenti stradali oppure ai furti. Alle ‘tradizionali’ cause però di recente se n’è aggiunta un’altra: la crisi del Mar Rosso, che sta allungando i tempi di consegna dei pezzi di ricambio facendone lievitare i prezzi. E così proprio come avevano previsto Federcarrozzieri e le associazioni dei consumatori alcune compagnie assicurative stanno scaricando i maggiori costi di riparazione delle auto incidentate sui clienti finali, aumentando le tariffe Rc auto. Una batosta da 780 milioni di euro l’anno, pari a circa 24 euro in più a polizza rispetto alle tariffe di febbraio 2023, ha denunciato il Codacons.
Sui rincari Rc auto sta pesando anche l’aumento dei furti di auto mentre la stessa cosa non possiamo dire per il numero di incidenti, diminuiti dell’1 per cento nel primo semestre del 2023 (dati Aci-Istat). Negli ultimi anni i ladri di auto da dilettanti si sono trasformati in professionisti. Basti sapere che nel 2023 i furti sono aumentati del 7 per cento. Stiamo parlando di 131.679 veicoli rubati solo lo scorso anno, con un aumento generalizzato per tutte le categorie: vetture, suv, moto e scooter. Purtroppo siamo tra i peggiori in Europa, ci batte solo la Francia dove però i furti sono in forte calo.
Alcune auto spariscono nel nulla mentre altre vengono ritrovate, non sempre in buone condizioni. “Negli ultimi tempi nelle carrozzerie arrivano sempre più vetture depredate di pezzi come parafanghi, marmitte, specchietti, fanali e altre componenti essenziali”, ha confermato il presidente di Federcarrozzieri Davide Galli. Tutto questo incide sul costo dei sinistri, lievitato del 17,5 per cento tra il 2018 e il 2023 secondo i dati dell’Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania). Maggiori spese che le assicurazioni provano a coprire con gli aumenti dei premi delle polizze.
Gli italiani preferiscono le auto usate
Dietro ai rincari dell’assicurazione auto c’è però un altro fattore da non sottovalutare, il ritorno di interesse degli italiani per le auto usate. C’è chi le sceglie per risparmiare e chi come seconda macchina per la famiglia, magari per i figli neopatentati. Oppure chi vive in una grande città e non ha la possibilità di comprare un garage o affittare un posto auto e non vuole ritrovarsi con l’auto piena di graffi e ammaccature. Ma anche chi ha fretta e non vuole aspettare le lunghe liste d’attesa delle auto nuove.
Il mercato dell’usato ha molti vantaggi, come ad esempio un costo iniziale inferiore e un minor deprezzamento. Sappiamo tutti che una volta uscita dal concessionario la macchina perde automaticamente il 10 per cento del proprio valore. La svalutazione poi continua nel tempo ma da qualche anno sta avvenendo una cosa piuttosto strana: il valore di alcune vetture risulta essere poco più alto rispetto a quello dell’anno precedente, perché?
Perché sempre più italiani scelgono di acquistare un’auto usata, non solo per la convenienza economica ma anche perché ci troviamo in un momento di transizione green piuttosto delicato. Gran parte degli automobilisti preferisce temporeggiare prima di passare all’ibrido o all’elettrico, in attesa di una tecnologia migliore, di una più ampia possibilità di scelta ma anche di prezzi meno proibitivi. Basti sapere che nel 2023 per ogni auto nuova ne sono state acquistate 1,8 usate. Spopolano quelle a metano perché inquinano meno e sono esenti dai blocchi del traffico, con un rapporto usato/nuovo pari a 35,5 (nella foto sotto il grafico Unrae).
Auto usate sempre più care
Nonostante una sempre maggiore attenzione per le vetture green l’auto usata ideale da acquistare resta quella a benzina o diesel, con un’età media di 6 anni e mezzo, secondo Autoscout24. Non deve aver percorso più di 76mila chilometri e deve avere un prezzo medio che si aggira sui 19mila euro. Meglio un suv o un crossover. Al di là delle preferenze degli italiani il 2023 si chiude con una crescita del 6,6 per cento dei passaggi di proprietà, nonostante un aumento dei prezzi del 4,1 per cento rispetto al 2022 e del 40 per cento sul 2019 (dati Aci). E così alcune auto invece di svalutarsi si rivalutano nel tempo.
Rispetto al passato il mercato dell’usato è diventato più costoso e complesso. A causa dell’elevata domanda, infatti, stanno aumentando i prezzi e si stanno riducendo le disponibilità di vetture. Un ritorno di interesse che sta facendo aumentare il costo dell’assicurazione anche per le auto più vecchie. A lievitare non è solo la responsabilità civile (cosa piuttosto normale visto che guida un’auto vecchia corre un maggior rischio di incidenti) ma anche la componente incendio e furto. Questo perché alcuni automobilisti si ritrovano con una quotazione del proprio veicolo più alta rispetto a quella dell’anno precedente. Un paradosso visto che l’auto ha un anno di più e più chilometri, ma bisogna considerare che di questi tempi ha anche una maggiore richiesta da parte del mercato.
Le promesse del ministro Urso sull’Rc auto
L’impennata dei prezzi dell’Rc auto preoccupa non solo gli automobilisti ma anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Il governo è al lavoro per il riordino dell’intero sistema assicurativo nazionale, al fine di garantire efficienza e sostenibilità al settore, e tutela di cittadini e imprese”, ha dichiarato. Obiettivo: far sì che nel comparto “si registrino costi pari o inferiori a quelli degli altri paesi europei”.
Una bella sfida visto che la responsabilità civile in Italia è tra le più care d’Europa. Costa quasi il 30 per cento in più rispetto alla media Ue. E stiamo parlando di medie, poi nel Belpaese c’è anche chi paga molto di più. Come chi vive a Napoli, Prato e Caserta: a febbraio ha dovuto sborsare per l’Rc auto oltre 500 euro, 100 euro in più rispetto alla media nazionale.
Una soluzione ai rincari c’è, trasferirsi a Enna e Oristano dove i premi sfiorano i 300 euro. A parte gli scherzi, basterebbe installare un dispositivo satellitare sul proprio veicolo, perché le compagnie assicurative offrono premi più vantaggiosi a chi opta per la “scatola nera”. Ma per il momento solo il 21,5 per cento degli automobilisti ha deciso di farlo.
Fonte: LaStampa