Gustavo Pedro ha lanciato l’idea durante una riunione di governo: “Così smantelliamo il traffico illegale”
La cocaina? “Non è peggio del whisky”. A dirlo è il presidente della Colombia Gustavo Petro. Il leader durante una riunione del governo sudamericano ha anche aggiunto: “La cocaina è illegale perché è prodotta in America Latina”. E poi ha citato dei non meglio precisati studi che testimonierebbero come la droga avrebbe gli stessi effetti del famoso superalcolico. Le dichiarazioni shock si inseriscono nella cornice della guerra commerciale lanciata dal presidente Usa Donald Trump contro Canada, Messico e Cina. Ed è solo l’ultimo dei confronti a distanza tra Bogotà e Washington dopo la tensione sulla deportazione dei migranti.
La ricetta per fermare il traffico di droga
La Colombia è il più grande produttore ed esportatore di cocaina al mondo. Nei decenni il Paese si è impegnato con costanza nel combattere i cartelli dei trafficanti. Con risultati però poco soddisfacenti. Per questo, secondo Petro, è necessario un cambio di strategia. “Se qualcuno vuole la pace, il business (del traffico di droga, ndr.) deve essere smantellato”, ha detto Petro. Come? “Se la cocaina fosse legalizzata in tutto il mondo. Verrebbe venduta come il vino”.
La geopolitica delle droghe
Che il suo discorso non sia slegato dalle minacce di dazi di Trump, lo rende chiaro lo stesso Petro che nelle sue dichiarazioni cita il fentanyl. L’oppioide nato come farmaco, ma trafficato come droga sintetica soprattutto negli Usa. Il fentanyl “sta uccidendo gli americani, ma non è prodotto in Colombia”, spiega il presidente colombiano. Un modo per esorcizzare la paura di eventuali dazi anche per il proprio Paese. Che però da sempre è il fulcro del traffico internazionale e sede delle più temute organizzazioni criminali. “Il fentanyl è stato creato come farmaco da farmacia dalle multinazionali nordamericane” e coloro che ne hanno fatto uso “sono diventati dipendenti”, ha continuato Pedro.
