Accoltellata e uccisa in strada: il killer l’ha attesa seduto.

16.06.2025 06:35
Accoltellata e uccisa in strada: il killer l'ha attesa seduto.

Tragico Femminicidio a Tolentino: La Storia di Nikollaq e Gentiana Hudhra

“Era necessario per proteggere i miei figli”. Questa è la dichiarazione di Nikollaq Hudhra durante l’interrogatorio, prima di essere trasferito nel carcere di Montacuto. Il 55enne, di origini albanesi, ha confessato di aver ucciso a coltellate la ex moglie Gentiana Hudhra, 45 anni, nella località di Tolentino, in provincia di Macerata, ritenendo l’ex coniuge una minaccia per sè e per i loro due figli di 21 e 23 anni. Hudhra è convinto che Gentiana stesse avvelenando lui e i ragazzi, un’accusa che ha sollevato interrogativi sulle sue capacità mentali. Arrestato dai carabinieri, è accusato di omicidio premeditato, con l’aggravante del legame coniugale, della premeditazione e della crudeltà, secondo il pubblico ministero Enrico Riccioni. Durante la giornata, la Procura chiederà la convalida del suo arresto, mentre l’autopsia sarà effettuata dal medico legale Antonio Tombolini. Dalle prime indagini, le coltellate inflitte sarebbero comprese tra sette e dieci, indirizzate nella zona alta della schiena, al collo e alle spalle, utilizzando un coltellino con una lama di 18 centimetri. L’arma è stata sequestrata insieme agli abiti intrisi di sangue, alla sua auto – per verificare la presenza di un set di coltelli che egli sostiene di aver acquistato recentemente – e al telefono cellulare. Seppure la dinamica sia chiara, rimane da chiarire lo stato mentale dell’uomo, il quale afferma di sentirsi “perfettamente sano”, riporta Attuale.

Desideroso di contattare i figli, il sospettato non ha potuto incontrarli a causa delle severe condizioni psicologiche individuate dagli inquirenti. I ragazzi stanno ricevendo supporto psicologico da parte dei servizi sociali e della ASL. La scena del crimine è risultata estremamente scioccante per i testimoni. Nikollaq avvertiva che Gentiana, badante di professione, si sarebbe recata a lavoro lungo viale Benadduci, e si è appostato nei pressi. Ha quindi seguito la donna su un monopattino, per poi aggredirla. Un testimone ha raccontato: “Ho sentito un urlo e sono corso alla finestra. Ho visto una donna a terra, in una pozza di sangue. L’uomo, anche se lei era già priva di vita, le ha inferto un calcio in testa. Continuava a girarle attorno e a maledirla, ripetendo ripetutamente: ‘Muori putt…’”. Dopodiché si è seduto tranquillamente su una panchina, come se nulla fosse accaduto. Tra le urla dal bar circostante si diffondevano frasi come “Ammazzatelo!”, mentre altri avvertivano di non avvicinarsi: “Ha un coltello”.

Attualmente, amici e familiari stanno offrendo supporto emotivo ai due figli nella casa che condividevano con la madre, creando un vero e proprio “scudo” attorno a loro. La cugina di Gentiana ha rivelato che il sospettato aveva già manifestato comportamenti minacciosi nei confronti della donna, cambiando la serratura della casa per cacciarla via, costringendo i carabinieri a intervenire. Nella zona in cui è avvenuto il delitto, sono stati collocati fiori e messaggi in onore della vittima, e il gruppo “Mai più sta’ zitta” ha appeso uno striscione per esprimere il proprio rifiuto alla violenza. L’amministrazione comunale ha deciso di proclamare un lutto cittadino in occasione del funerale, come segno di rispetto e cordoglio.

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