Alcolock e revoca della patente: guida ai codici 68 e 69

13.07.2025 02:15
Alcolock e revoca della patente: guida ai codici 68 e 69

Nuove Regole per il Codice della Strada in Italia

Nuove Normative sul Codice della Strada: Focus su Alcolock e Monopattini

Roma, 13 luglio 2025 – Il nuovo codice della strada introdotto dal ministro Matteo Salvini ha raggiunto una fase cruciale con i decreti riguardanti l’alcolock e i monopattini. Recenti chiarimenti del MIT hanno definito le norme e le responsabilità da seguire. Quali sono le principali innovazioni introdotte? Di seguito una guida facile in 10 punti., riporta Attuale.

L’alcolock, termine che combina alcol e lock (blocco in inglese), è essenzialmente un etilometro per auto. Secondo Roberto Benigni, vicepresidente dell’Anvu (Associazione Nazionale Vigili Urbani), “Questo strumento è connesso a una centralina. Prima di partire, l’automobilista deve soffiare nel boccaglio; in caso di alcol rilevato, il motore non si avvia. L’installazione sarà obbligatoria anche per mezzi pesanti. L’obbligo varia da due a tre anni, a seconda della gravità della condanna”. È importante notare che l’abuso di alcol è una delle principali cause di incidenti, anche se la distrazione e la velocità rimangono al primo posto.

Qualora un’altra persona soffi nel dispositivo, ci sono degli interrogativi. “È un problema riconosciuto”, afferma Benigni, “ma sulla patente verranno segnalati i codici 68 e 69, indicando rispettivamente l’obbligo di condurre senza alcol e l’installazione dell’alcolock. Pertanto, un incidente comporterebbe l’avvio di un procedimento penale e la revoca della patente”.

Il costo dell’alcolock è stimato intorno ai duemila euro, comprensivo del dispositivo e della sua installazione a carico del proprietario del veicolo. Vi sono esempi di utilizzo di questa tecnologia in nazioni come Francia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Austria, dove addirittura viene applicata anche agli autisti dei mezzi pubblici, sebbene Benigni non preveda un simile approccio per l’Italia.

Il vicepresidente dell’Anvu ha inoltre specificato che “la nuova legge entrerà in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Poiché si applica a procedimenti penali già conclusi dopo il 14 dicembre 2024, la normativa sarà pienamente operativa non prima dell’autunno”.

L’altro importante decreto riguarda il targhino per i monopattini. Benigni spiega che esso sarà un contrassegno rettangolare, composto da sei caratteri, con tre lettere e tre numeri. La sua collocazione sarà posteriore al mezzo o sull’asta anteriore, a un’altezza compresa tra 1 e 1,20 metri. Tali dimensioni sono ridotte rispetto a quelle delle targhe dei ciclomotori, rendendo necessario fermare il mezzo per una visione chiara.

Con la targa, scatta anche l’obbligo di assicurazione, una norma già vigente per i mezzi in sharing. Le sanzioni per le infrazioni possono variare da 100 a 400 euro. Andrea Giaretta di Assosharing accoglie positivamente questa novità, sostenendo che sia un mezzo necessario affinché gli utenti rispettino le regole. Tuttavia, il costo dell’operazione deve rimanere accessibile e non trasformarsi in una nuova tassa, garantendo al contempo un controllo efficace.

Riguardo alle dimensioni del contrassegno, Assosharing non evidenzia problemi, poiché il monopattino si muove lentamente, permettendo tempo sufficiente per leggere le informazioni. L’associazione si oppone, tuttavia, all’obbligo di indossare il casco, in quanto ritiene che non risolva problemi di sicurezza esistenti. Secondo Giaretta, i monopattini andrebbero considerati alla stregua dei velocipedi, con l’obbligo di casco limitato ai modelli oltre i 250 watt di potenza.

Attualmente, in Italia sono stimati circa 50.000 monopattini in condivisione e 800.000 privati. Gli utilizzatori delle forme di noleggio tendono a essere tra i 25 e i 45 anni, integrando i monopattini con i trasporti pubblici in tragitti medi di circa due chilometri, dal bus alla metro nel primo e ultimo miglio.

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