Alexander Zverev: “Mi sento solo e affranto da problemi di salute mentale”

02.07.2025 00:06

Soffermarsi esclusivamente sui risultati di un atleta senza considerare la dimensione umana è una pratica errata e, purtroppo, sempre più diffusa. Alexander Zverev rappresenta un esempio di come spesso le persone giudichino severamente le prestazioni di un giocatore, dimenticando di tener conto del loro stato d’animo. Dopo la sconfitta al primo turno di Wimbledon contro Arthur Rinderknech, il tedesco ha scelto di condividere apertamente alcune delle sfide che affronta nella sua quotidianità, riporta Attuale.

Alexander Zverev: “Mi sento molto solo nella vita. Ho problemi di salute mentale”

In una recente conferenza stampa, Zverev ha rivelato: “A volte mi sento solo in campo. Ho problemi di salute mentale, e ho provato questa sensazione anche dopo gli Australian Open. Cerco un modo per superare questa situazione, ma continuo a ricadere negli stessi schemi. Non si tratta solo di tennis: mi sento solo nella vita in generale in questo periodo. Non è affatto piacevole. Trovo difficile provare gioia al di fuori del campo e mi sento molto, molto isolato. Non ho mai provato nulla di simile. Il tennis non è il mio problema adesso; devo scoprire qualcosa di profondo dentro di me.”

Il tennista ha anche aggiunto: “Chiederò aiuto? Forse sì. Per la prima volta nella mia vita sento di averne bisogno. Ho affrontato molte sfide nella mia carriera, ma non mi sono mai sentito così vuoto come ora. Ho perso la gioia in tutto ciò che faccio. Anche quando vinco, non provo la felicità che provavo prima. Vado a dormire senza alcuna motivazione per alzarmi dal letto il giorno successivo. Credo che molte persone, a prescindere dal loro lavoro, abbiano vissuto queste emozioni in qualche momento della loro vita. Essendo un atleta, il mio stato d’animo influisce sulle mie prestazioni.”

La confessione di Zverev mette in luce un aspetto spesso trascurato del mondo sportivo: la salute mentale degli atleti. Questa questione è diventata sempre più centrale negli ultimi anni, con numerosi sportivi che hanno iniziato a rompere il silenzio su queste tematiche. La pressione costante per ottenere risultati, combinata con le aspettative degli appassionati e dei media, può portare a un profondo disagio psicologico. Molti atleti, infatti, si trovano a dover affrontare non solo le sfide tecniche e fisiche della loro disciplina, ma anche una battaglia invisibile che coinvolge la loro serenità mentale.

È cruciale riconoscere che la salute mentale è pari importanza a quella fisica in qualsiasi percorso sportivo. Atleti come Zverev dimostrano che non si tratta solo di vincere trofei, ma anche di mantenere un equilibrio psico-emotivo che permetta di affrontare non solo le gare, ma la vita in generale. La loro volontà di condividere le proprie esperienze può rappresentare un’importante fonte di ispirazione per molti, mostrando che chiedere supporto è un gesto di forza, non di debolezza.

Questa tematica diventa, quindi, fondamentale non solo per gli atleti stessi, ma anche per l’intera comunità sportiva. In un mondo dove il successo è misurato in termini di risultati concreti e visibilità, è essenziale promuovere un discorso aperto sulla salute mentale, incoraggiando l’adozione di pratiche di benessere e supporto per tutti coloro che vivono imperdibili pressioni. Se non si agisce, si rischia di trascurare l’aspetto più importante di ogni sportivo: il loro benessere globale.

Da non perdere