Allerta in Italia per i nitazeni dopo i recenti sequestri
Milano, 12 ottobre 2025 – I nitazeni, un gruppo di oppioidi sintetici pericolosi, hanno sollevato preoccupazioni in Italia dopo una serie di sequestri. Queste sostanze, sintetizzate in laboratorio, possono essere presenti ovunque senza la necessità di coltivazione, e agiscono sui recettori in modo simile a oppio e morfina. Valeria Petrolini, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Tossicologia (Sitox) e medico del Centro antiveleni IRCCS Maugeri di Pavia, sottolinea che, al momento, non sono considerate un problema sanitario significativo nonostante alcuni decessi, riporta Attuale.
La dottoressa Petrolini ha spiegato che i nitazeni, come molte nuove sostanze, sfuggono ai test ospedalieri e presentano sintomi di overdose simili a quelli da oppioidi, come depressione respiratoria e miosi. Queste manifestazioni possono essere fatali. In Italia, dal 2024, è stato instaurato un Piano di prevenzione per affrontare il fenomeno dei fentanili e dei nitazeni, che sono sempre più presenti anche sul mercato illegale.
Nel contesto dell’emergenza, la Petrolini avverte sui danni potenziali associati ai cannabinoidi sintetici, che possono innescare attacchi di panico e psicosi, specialmente tra i giovani. Attualmente, un nuovo reparto in Lombardia è dedicato a curare i pazienti e studiare i danni organici e cerebrali provocati da queste sostanze.
Il settore della tossicologia sta affrontando un cambio radicale: negli ultimi anni il numero di nuove sostanze psicoattive identificate è aumentato esponenzialmente. Attualmente, in Europa ne sono state classificate circa mille dall’Euda, ma il numero reale potrebbe essere significativamente più alto. La dottoressa afferma che fino a oggi l’attenzione si concentrava su un numero ridotto di sostanze, mentre ora si è diffuso un mercato di molecole nuove e potenzialmente pericolose.
Secondo le stime, i pazienti che si presentano per trattamenti dopo l’uso di tali sostanze hanno un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, con alcuni utilizzatori che raggiungono anche i 60. La situazione attuale è definita come una fase di prevenzione, poiché i casi di consumo di nitazeni in Italia restano sporadici.
In conclusione, Petrolini evidenzia la difficoltà nel combattere il consumo di droghe come i nitazeni, in parte a causa della costante innovazione chimica da parte dei produttori illegali. Il messaggio di prevenzione viene portato anche nelle scuole, ma la dottoressa nota che spesso i giovani sono esposti a messaggi seducenti che promuovono comportamenti di consumo.
La situazione richiede un’attenzione congiunta da parte delle istituzioni e della società per affrontare l’emergenza delle nuove sostanze psicoattive e per garantire la sicurezza della salute pubblica.