Quella di ieri per papa Leone XIV è stata la prima udienza generale. Si tratta di un appuntamento in cui il papa, tradizionalmente, impartisce una benedizione e svolge una riflessione ai fedeli presenti. L’udienza si tiene il mercoledì mattina in Piazza San Pietro o nell’Aula Paolo VI, a seconda del periodo dell’anno e delle condizioni meteo. Ieri, a piazza San Pietro, ad attendere papa Leone c’erano migliaia di fedeli – circa 40mila – con bandiere e striscioni. Già un’ora prima dell’apertura, i fedeli erano in fila ai varchi di accesso alla piazza, nonostante la giornata piovosa. Il papa è arrivato intorno alle 9, a bordo della jeep bianca. Ha fatto un giro tra la folla, salutando e benedicendo i fedeli e baciando i bambini; poi si è recato sul palco coperto allestito sul sagrato della Basilica. Al termine della sua riflessione-catechesi, incentrata sulla parabola del seminatore e che sviluppa il tema scelto da papa Francesco per l’anno del Giubileo dedicato alla speranza, il papa ha lanciato un appello per la situazione «sempre più preoccupante» nella Striscia di Gaza, ormai allo stremo sia per le conseguenze sui civili della massiccia operazione militare israeliana “Carri di Gedeone”, attualmente in corso, sia per il perdurante divieto israeliano di consentire l’ingresso degli aiuti umanitari necessari ad alleviare, almeno in parte, le condizioni di estrema indigenza (cibo, acqua, medicine, attrezzature sanitarie) in cui versa la popolazione palestinese.
Così, mentre la campagna militare israeliana prosegue tra crescenti critiche internazionali, il papa ha voluto lanciare il suo «appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani e dalle persone malate». A tutti i fedeli del mondo ha chiesto poi di pregare: «In questo mese mariano – ha detto Leone XIV nel saluto ai fedeli di lingua portoghese – vorrei ribadire l’invito della Vergine di Fatima: “Pregate il rosario ogni giorno per la pace”. Insieme a Maria, chiediamo che gli uomini non si chiudano a questo dono di Dio e disarmino il loro cuore».
Parole che hanno voluto esplicitamente richiamare i continui inviti di papa Francesco a non smettere di pregare per la pace, tante volte lanciati dallo stesso palco. E proprio al ricordo del suo predecessore, nel primo mese dalla sua scomparsa (Francesco è morto infatti il 21 aprile), sono state indirizzate le parole pronunciate da Leone XIV al termine dell’udienza generale, accompagnate dall’applauso dei fedeli presenti: «Non possiamo concludere questo nostro incontro senza ricordare con tanta gratitudine l’amato Papa Francesco, che proprio un mese fa è tornato alla casa del Padre».
Non è la prima volta che papa Leone XIV interviene su Gaza. Già domenica scorsa, nel Regina Caeli pronunciato al termine della Messa di inizio pontificato, il papa aveva denunciato che nella Striscia «i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame». Impedendo il raggiungimento di quella pace «disarmata e disarmante», invocata proprio il giorno della sua prima apparizione sulla Loggia delle Benedizioni.