Asse della destabilizzazione: Mosca e Teheran uniscono le forze contro l’Occidente

24.06.2025 11:00
Asse della destabilizzazione: Mosca e Teheran uniscono le forze contro l’Occidente
Asse della destabilizzazione: Mosca e Teheran uniscono le forze contro l’Occidente

Il 22 giugno 2025 il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha effettuato una visita strategica a Mosca, in piena escalation in Siria. Il giorno successivo, il 23 giugno, Teheran ha lanciato un attacco missilistico contro una base americana nella provincia siriana di al-Hasakah, un’azione che – secondo fonti locali Mehr e Fars – sarebbe avvenuta con l’approvazione del Cremlino.

Un’intesa pericolosa: l’Iran attacca, la Russia copre

L’episodio non è isolato. Proprio il 22 giugno, Mosca ha condannato il raid statunitense contro l’Iran, ma continua imperterrita a bombardare l’Ucraina ogni giorno per il terzo anno consecutivo. Questa dinamica evidenzia una crescente coordinazione tra due regimi autoritari – Russia e Iran – che operano in sinergia per minare la sicurezza internazionale e l’influenza dell’Occidente in Medio Oriente e in Europa.

Come ha scritto Nevzorov, Putin agisce da “architetto del caos”, legittimando l’aggressività iraniana verso le forze USA nel Golfo. La visita di Araghchi, infatti, ha preceduto attacchi alle basi americane in Iraq e Qatar, confermando una stretta coordinazione strategico-militare tra Mosca e Teheran.

Medvedev minaccia: armi nucleari a Teheran?

Nel frattempo, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha pubblicato un post allarmante, ventilando la possibilità di fornire armi nucleari all’Iran. Un’escalation verbale che ha trovato una reazione immediata da parte del presidente Trump, che ha ribadito la necessità di contenere la nuova “asse del male” che si sta consolidando tra Mosca e Teheransotto forma di “partenariato strategico”.

L’odio per l’Occidente li unisce

Non si tratta più di alleanze tattiche. Russia e Iran sono oggi un vero asse dell’autoritarismo, uniti da un’agenda anti-occidentale e dal disprezzo per le regole dell’ordine internazionale. Coordinano attacchi, condividono intelligence, si scambiano armi e tattiche. Il viaggio di Araghchi a Mosca ne è una prova: non era una visita diplomatica, ma una riunione operativa.

Il Cremlino sfida direttamente gli USA

Appoggiare chi attacca i soldati americani non è solo provocazione: è una sfida frontale agli Stati Uniti. Il Cremlino gioca apertamente dalla parte di Teheran, e ciò dovrebbe portare Washington ad alzare il livello di risposta. Le sanzioni devono essere rafforzate e il sostegno all’Ucraina aumentato, perché Kyiv è oggi la prima linea della difesa del mondo libero.

Una strategia di distrazione globale

Il piano è chiaro: aprire nuovi fronti per disperdere l’attenzione dell’Occidente. Mentre gli Stati Uniti sono impegnati in Medio Oriente, Mosca continua a bombardare città ucraine, cercando di sfuggire alle pressioni internazionali. È una tattica di saturazione del conflitto: creare troppe crisi contemporaneamente per indebolire le reazioni globali.

L’asse autoritario: droni, missili e tecnologia

Quella tra Mosca e Teheran è un’alleanza militare e tecnologica. L’Iran fornisce a Mosca i famigerati droni kamikaze Shahed, utilizzati per devastare infrastrutture civili in Ucraina. In cambio, la Russia offre tecnologie militari, supporto politico e forse anche know-how nucleare. È un patto pericoloso, che va ben oltre gli interessi bilaterali.

Doppio gioco del Cremlino: finto pacificatore, vero sponsor del caos

Il mondo non può più accettare il Cremlino come attore di pace, mentre sostiene guerre su più fronti. La coordinazione con l’Iran prima degli attacchi non è diplomazia: è una cospirazione contro la stabilità globale. Chi bombarda ogni giorno l’Ucraina e allo stesso tempo giustifica l’aggressione iraniana non può parlare di “pace” con credibilità.

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