Aumento della repressione in Iran a causa della guerra

26.06.2025 18:35
Aumento della repressione in Iran a causa della guerra

La repressione del dissenso in Iran durante la guerra aerea con Israele

Nelle ultime settimane di conflitto aereo con Israele, il regime iraniano ha arrestato centinaia di dissidenti, con oltre 700 fermi segnalati e almeno tre esecuzioni per impiccagione come parte di un’ampia operazione di repressione. Questi eventi rappresentano una risposta a un contesto di crescente insicurezza interna, accentuato dai bombardamenti israeliani. Riporta Attuale.

Il conflitto si è recentemente concluso con un cessate il fuoco, promosso dal presidente statunitense Donald Trump. Le operazioni militari israeliane, che hanno comportato l’uccisione di numerosi leader militari iraniani, hanno spinto il regime di Teheran a temere per la propria stabilità. Netanyahu, primo ministro israeliano, aveva incitato i cittadini iraniani a sollevarsi contro l’autorità, alimentando ulteriormente le paure del governo iraniano di una possibile rivoluzione interna.

Per affrontare questi timori, il regime ha avviato una serie di arresti di massa, mirati a impedire eventuali manifestazioni popolari, sebbene queste apparentemente non si siano realizzate. Le informazioni disponibili rimangono parziali e confuse, in parte a causa del controllo esercitato dal regime sulle comunicazioni e dell’accesso limitato a Internet nelle ultime settimane.

È emerso che i fermi hanno colpito non solo i dissidenti politici, ma anche le minoranze etniche, in particolare i curdi, che risiedono nella parte occidentale del paese e hanno storicamente mostrato una forte attivazione politica. Le proteste del 2022, seguite alla morte di Mahsa Amini, avevano avuto un forte impatto anche nel Kurdistan iraniano, dato che Amini apparteneva a questa minoranza etnica.

Secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Activists in Iran (HRAI), molte delle persone detenute sono state accusate di collaborare con Israele, fornendo supporto e informazioni durante le operazioni di bombardamento. Questa accusa ha aumentato la tensione tra il regime e le comunità etniche considerate a rischio di insurrezione.

In risposta alle crescenti preoccupazioni, il regime ha rafforzato le misure di sicurezza nelle regioni abitate da minoranze etniche. Le forze di sicurezza sono state intensificate non solo in Kurdistan, ma anche nel Beluchistan, dove i beluci, un’altra minoranza etnica, vengono percepiti come una minaccia. In queste zone, il governo ha aumentato i controlli e le perquisizioni, oltre a schierare l’esercito nei punti di frontiera per prevenire ingressi non autorizzati nel paese.

Da non perdere