Auto elettriche, a Bruxelles il piano per rivedere gli obiettivi: “Stop alle multe e biocarburanti”

12.12.2024
Auto elettriche, a Bruxelles il piano per rivedere gli obiettivi: "Stop alle multe e biocarburanti"
Auto elettriche, a Bruxelles il piano per rivedere gli obiettivi: "Stop alle multe e biocarburanti"

Anche il Partito popolare europeo si unisce al fronte di chi chiede, come l’Italia, di modificare il regolamento sull’addio ai veicoli inquinanti e di aprire a tecnologie come i biocarburanti

Le case automobilistiche europee possono tirare un respiro di sollievo: con ogni probabilità, si va verso l’eliminazione del rischio di multe dal prossimo anno per chi non raggiunge gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Nell’Unione europea si preannuncia un ammorbidimento degli obiettivi legati al passaggio alle auto elettriche entro il 2035, con il fronte di coloro che chiedono una revisione della direttiva in materia che si allarga sempre più. Anche il Partito popolare europeo (Ppe), la principale forza del Parlamento europeo, si è unito compatto alla battaglia.

Il documento del Ppe

Con un documento presentato oggi (leggilo qui), il Ppe chiede innanzitutto a Bruxelles di evitare di “multare” le case automobilistiche europee in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita di auto elettriche per il prossimo anno. I popolari chiedono poi di adottare un approccio basato sulla “neutralità tecnologica”, che apra non solo agli eFuels ma anche ai biocarburanti e inoltre chiede di anticipare la revisione del regolamento sulla transizione ai veicoli ecologici dal 2026 al 2025.

No alle multe

Secondo le disposizioni di Bruxelles, entro la fine del 2025 le case automobilistiche dovranno ridurre del 15% le emissioni medie di CO₂ di auto e furgoni rispetto ai livelli del 2021. Poiché il limite si calcola considerando tutti i veicoli venduti da un’azienda, dai tradizionali agli ecologici, per rispettarlo sarà necessario vendere più auto elettriche. Chi non lo farà rischia multe salate, stimate fino a un totale di 16 miliardi di euro per l’intero settore.

L’apertura della Germania

Con la crisi del settore automobilistico che sta colpendo duramente la Germania, dove persino Volkswagen rischia di chiudere per la prima volta uno stabilimento in 87 anni, anche gli ambientalisti tedeschi hanno ammorbidito le loro posizioni. Il ministro dell’Economia Robert Habeck, dei Verdi, ha affermato che sarebbe favorevole a multe più flessibili per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione.

“Quello che posso immaginare è che gli obiettivi di emissione rimangano, ma che le multe siano estese su un periodo di tempo più lungo”, ha detto Habeck, con le aziende che potrebbero “ridurre o evitare completamente le multe aumentando più rapidamente la mobilità elettrica”.

L’idea è quella di introdurre un periodo di tre anni per calcolare la media delle emissioni, spalmando i target di aumento delle vendite di veicoli elettrici anche sul 2026 e 2027. Al di là delle posizioni di Habeck, la Germania sembra destinata a tornare nelle mani dei popolari dopo le elezioni anticipate del prossimo 23 febbraio. Un eventuale governo guidato dalla CDU di Friedrich Merz farebbe certamente proprie le richieste del Ppe.

Biofuel

Il Ppe difende un “approccio realistico” alla transizione verde per “salvare l’industria automobilistica europea” e i suoi circa 14 milioni di posti di lavoro, ha spiegato Jens Gieseke, esponente tedesco della Cdu e coordinatore del Ppe nella commissione Trasporti del Parlamento europeo, presentando il documento elaborato dai popolari. Il piano, approvato mercoledì dagli eurodeputati del gruppo, chiede un “ritorno alla neutralità tecnologica come principio guida”, ovvero di fare spazio, anche dopo il 2035, ad alcuni motori a combustione interna.

Al momento è già stata concessa un’esenzione per gli eFuels o elettrocarburanti, ottenuti attraverso un complesso processo chimico che utilizza la CO₂ catturata dall’atmosfera o dalle fabbriche. Questi carburanti sono considerati a emissioni neutre, poiché non creano nuove emissioni ma riciclano quelle già prodotte. Ora potrebbero essere inclusi nelle esenzioni anche i biofuel, cari all’Italia, carburanti prodotti da fonti rinnovabili e naturali, come oli vegetali, o da oli e materiali riciclati ma che, pur generando meno CO₂ rispetto alla benzina e al diesel tradizionali, rimangono comunque fonte di nuove emissioni.

Anticipare la revisione

Altra richiesta chiave del Ppe è quella di anticipare la revisione del regolamento sulle emissioni dei veicoli dal 2026 al 2025, per fornire al settore “certezze” il prima possibile. La revisione, nelle intenzioni della Commissione, ha l’obiettivo di fare il punto sui progressi del mercato automobilistico europeo in vista dell’addio ai motori a combustione interna, valutando se sia necessario o meno modificare la direttiva sul passaggio alle auto elettriche nel 2035.

Per il governo di Giorgia Meloni, il documento del Ppe rappresenta un’ottima notizia. Da settimane l’Italia sta facendo pressione proprio per chiedere l’anticipo della revisione e l’apertura ad altre tecnologie “neutre” oltre all’elettrico. Al momento, in Consiglio Ue si sono schierati con il nostro governo altri sei Paesi: Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Polonia.

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