Roma, 16 dicembre 2025 – La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha manifestato la sua disponibilità a modificare l’accesso a Medicina, sottolineando però che non ci saranno passi indietro sulla riforma del semestre aperto, evitando di tornare ai test d’ingresso. Questa posizione è stata espressa oggi durante un incontro con il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), riporta Attuale.
Bernini ha proposto di istituire un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina, dimostrando così la sua volontà di intervenire sul funzionamento del nuovo sistema già dal prossimo anno. Tra le misure considerate ci sono la riduzione dei programmi d’esame, l’estensione della durata delle lezioni e un ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, al fine di garantire maggiore spazio alla didattica. Queste informazioni sono emerse dalla riunione con i rappresentanti degli studenti.
Si è insediato oggi il Cnsu
Oggi si è insediato al ministero dell’Università e della ricerca il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), un organo consultivo di rappresentanza degli studenti iscritti ai corsi di laurea, specializzazione e dottorato delle università italiane, composto da 30 membri, alla presenza della ministra Bernini.
Il confronto con gli studenti, durato oltre 3 ore, ha affrontato vari argomenti: dai rapporti con atenei e centri di ricerca israeliani, ai finanziamenti agli atenei e alle borse di studio, fino al nuovo corso per gli allievi dell’accademia di Modena a Unimore. Al centro del dibattito si è trovata anche la riforma dell’accesso a Medicina con il semestre aperto.
Le proposte di Bernini
La ministra ha proposto l’istituzione di un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell’accesso a Medicina, escludendo però un’inversione di rotta sulla riforma del semestre aperto. Ha espresso la sua piena disponibilità a correttivi sul funzionamento del meccanismo, frutto anche del dialogo avviato oggi. Si stanno valutando, dunque, misure come la riduzione dei programmi d’esame, l’estensione della durata delle lezioni e un ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, in modo da garantire maggiore spazio alla didattica per il prossimo anno.
Alla fine dell’incontro, si è assistito a qualche battuta spiritosa riguardo le contestazioni. La ministra ha raccontato di aver subito proteste in tutte le università, ma un rappresentante calabrese ha risposto: “No, all’Università della Calabria no”. I rappresentanti dell’Udu hanno aggiunto: “Perché non c’è l’Udu”, suscitando un sorriso tra i presenti.