Bombardamento statunitense in Iran: i dettagli dell’operazione

22.06.2025 13:45
Bombardamento statunitense in Iran: i dettagli dell'operazione

L’attacco aereo degli Stati Uniti contro l’Iran: un’operazione complessa e strategica

Il bombardamento con il quale gli Stati Uniti si sono uniti alla guerra di Israele contro l’Iran potrebbe essere stato accompagnato da una significativa strategia di depistaggio. Attualmente, le fonti ufficiali statunitensi hanno rilasciato solo poche informazioni riguardanti la modalità di esecuzione di questo attacco, compreso il percorso degli aerei coinvolti. Tuttavia, ciò che emerge dalle prime notizie è di grande rilevanza, riporta Attuale.

Origini dell’operazione
Le ricostruzioni al riguardo concordano nel ritenere che l’attacco sia stato avviato dalla base aerea di Whiteman, situata in Missouri, nota per l’uso dei bombardieri B-2 Spirit. Questi velivoli, facilmente riconoscibili per la loro particolare forma a ala di pipistrello, sono gli unici bombardieri statunitensi capaci di trasportare bombe speciali denominate bunker buster, progettate specificamente per penetrare nel terreno e colpire siti nucleari iraniani fortificati, come quello di Fordo.

Strategia di depistaggio
Circolano voci secondo le quali, sabato, dalla base di Whiteman sarebbero decollate due squadre di attacco: una con l’obiettivo di distrarre e depistare l’attenzione, l’altra designata per l’effettivo bombardamento.

Il volo della squadra principale era visibile al pubblico attraverso i sistemi di tracciamento aerei disponibili online. Composta da sei B-2 e otto KC-135 Stratotankers, dedicati al rifornimento in volo, questa squadra si dirigeva verso ovest, verso l’oceano Pacifico.

Molti hanno ipotizzato un volo a tappe, con fermate previste nella base aerea americana di Guam e possibilmente in quella britannica di Diego Garcia. Tuttavia, varie fonti sostengono che, in realtà, una seconda squadra di B-2 sia decollata da Whiteman in direzione est, intraprendendo un viaggio non tracciabile attraverso l’oceano Atlantico e il Mediterraneo, con un volo diretto verso l’Iran.

Questa seconda squadra non è stata necessariamente monitorata dai sistemi di tracciamento pubblici e, sebbene i media statunitensi abbiano iniziato a discutere di questa possibilità, le conferme ufficiali sono ancora assenti.

Esistono alcuni indizi a supporto di questa teoria: ad esempio, fonti anonime hanno riferito al New York Times che i B-2 avrebbero effettuato il loro attacco senza fermate intermedie. Il governo britannico ha anche confermato che gli Stati Uniti non hanno utilizzato la base di Diego Garcia per consegnare colpi all’Iran.

Inoltre, sui social media è emerso un post di un abitante del Missouri che affermava di aver avvistato i B-2 dirigersi verso est. Questo avvistamento è stato giudicato credibile da diversi analisti.

È cruciale osservare che queste teorie restano non verificate e che entrambe le squadre di B-2 potrebbero benissimo aver partecipato all’operazione.

Dettagli sull’attacco
È certo, e confermato anche dal governo iraniano, che i seguenti siti nucleari sono stati colpiti: Fordo, Natanz e Isfahan. Il presidente statunitense Donald Trump, nel suo discorso alla nazione, ha annunciato che l’attacco aveva “completamente e totalmente annientato” le capacità iraniane di arricchire uranio, benché non sia chiaro quale sia la verità di tali affermazioni.

I dettagli principali dell’attacco provengono da Fox News, canale storicamente vicino a Trump. Secondo quanto riferito, il presidente avrebbe rivelato di aver lanciato sei bombe bunker buster su Fordo, il sito nucleare più fortificato, situato all’interno di una montagna. Video diffusi dall’agenzia iraniana IRNA e confermati da CNN mostrano fumosità provenienti da Fordo.

Per quanto riguarda Natanz e Isfahan, l’attacco avrebbe coinvolto 30 missili da crociera Tomahawk, sparati da sottomarini posizionati nelle acque circostanti all’Iran. Secondo voci anonime, anche Natanz sarebbe stato colpito da due bombe bunker buster.

Il rientro
Successivamente all’attacco, tutti i velivoli sono tornati immediatamente alle basi, anche se non è chiaro dove siano atterrati. Trump ha comunicato al pubblico riguardo al bombardamento solo dopo il fatto, per evitare che aerei statunitensi potessero essere intercettati durante il volo sopra l’Iran.

Da non perdere