Bullismo a scuola: come riconoscerlo e affrontarlo, nuove misure legislative in Italia

15.09.2025 15:05
Bullismo a scuola: come riconoscerlo e affrontarlo, nuove misure legislative in Italia

Il tragico suicidio di Paolo, un ragazzo di 14 anni residente vicino a Latina, ha riacceso l’attenzione su una piaga odiosa come quella del bullismo, una delle problematiche più insidiose legate all’età scolastica. Non si tratta solo di scherzi pesanti o di litigi tra coetanei, ma di azioni ripetute e intenzionali destinate a ferire, umiliare o isolare una persona, riporta Attuale.

Come riconoscere gli episodi di bullismo

I dati sono allarmanti: in Italia, un ragazzo su cinque è vittima di bullismo, soprattutto nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 13 anni. Le forme di aggressione possono variare: dalle prepotenze fisiche agli insulti, dalle minacce psicologiche alle molestie online, fino a comportamenti a sfondo sessuale. La varietà delle manifestazioni rende il fenomeno difficile da cogliere, in particolare quando si esprime attraverso manipolazioni emotive. Le conseguenze per le vittime sono immediate: cambiamenti dell’umore, rifiuto della scuola, difficoltà nel sonno, regressione sociale. Questi sintomi dovrebbero far scattare un campanello d’allarme per genitori e educatori. Un ragazzo vittima di bullismo spesso chiede di non restare solo, mostra ferite inspiegabili, perde oggetti o diventa introverso. Al contrario, chi interpreta il ruolo del bullo mostra mancanza di rispetto per le regole, scarsa empatia e a volte ricorre a comportamenti autodistruttivi.

Individuare queste dinamiche non è semplice

Spesso, le vittime restano in silenzio per vergogna o paura, mentre i bulli nascondono i loro comportamenti dentro le scuole. Pertanto, la collaborazione tra famiglie e docenti è cruciale: è fondamentale osservare i segnali, parlare con i ragazzi e aprire un dialogo con la scuola. In caso di necessità, è opportuno rivolgersi a specialisti o forze dell’ordine. La legge riconosce ufficialmente il bullismo come reato, includendo atti di violenza, intimidazione e diffamazione.

Uscire dal trauma richiede tempo e supporto. Le vittime devono ricostruire l’autostima, imparare a non identificarci con le immagini negative imposte loro e trovare spazi di espressione personale: attività creative, sport, teatro e percorsi terapeutici possono favorire un processo di rinascita. È altrettanto importante insegnare risposte assertive in grado di disinnescare i conflitti senza alimentare scontri.

Cosa deve fare un genitore quando il figlio è vittima di bullismo

Discutere di bullismo con i genitori non è semplice: i ragazzi provano vergogna, paura di non essere compresi o di far soffrire le loro famiglie. Per questo, è fondamentale che gli adulti sappiano cogliere i segnali indiretti e riconoscere i cambiamenti nei comportamenti. Quando un ragazzo trova il coraggio di confidarsi, i genitori devono ascoltare con empatia, lasciare spazio per sfogarsi e controllare le proprie reazioni. È essenziale trasmettere sicurezza, evitare di alimentare il conflitto con i bulli e preservare le prove di cyberbullismo. Minimizziamo il problema: il bullismo è una forma di violenza che mina l’autostima. I genitori devono sostenere il figlio, aiutarlo a non isolarsi e incoraggiarlo a riprendere rapporti positivi.

E se il bullo è nostro figlio? Non minimizzare o negare l’evidenza

Ma cosa succede quando è il proprio figlio a essere l’aggressore? Spesso i genitori non se ne rendono conto, poiché a casa il comportamento può sembrare normale. Le cause possono derivare dall’imitazione del gruppo, dal bisogno di sentirsi forti o dalla fragilità personale. Anche per i bulli, però, le conseguenze possono essere gravi: sanzioni disciplinari, isolamento sociale e, nei casi estremi, disturbi relazionali o depressione. Il primo passo è non negare né minimizzare i comportamenti. È indispensabile affrontare la situazione con lucidità, spiegare le conseguenze e spingere il ragazzo a scusarsi e ad assumersi la responsabilità. Dietro la prevaricazione si nasconde spesso un disagio che richiede attenzione.

Cosa dice la nuova legge contro bullismo e cyberbullismo

La legge numero 70 del 17 maggio 2024 introduce misure per prevenire e contrastare queste forme di violenza, concentrandosi sull’educazione e la sensibilizzazione. Tra le principali disposizioni, la normativa obbliga le scuole a implementare un codice di prevenzione contro il bullismo, affiancato da un servizio di supporto psicologico. I dirigenti scolastici devono informare i genitori di eventuali episodi di bullismo e seguire le linee guida ministeriali. Sono previsti anche percorsi di mediazione e interventi educativi per risolvere i conflitti. La legge prevede misure rieducative per i minori colpevoli di atti di bullismo e include la possibilità di affidamento temporaneo a comunità educative per gli atti più gravi. Infine, è istituito un numero pubblico di emergenza 114 per segnalare i casi di bullismo e cyberbullismo, offrendo supporto immediato alle vittime e coordinando le azioni delle autorità. Anche il bullismo e il cyberbullismo vengono considerati reati autonomi, con pene che possono arrivare fino a sette anni di carcere, applicabili soprattutto ai maggiorenni colpevoli di condotte reiterate tramite violenza.

Cosa bisogna fare in sintesi

È essenziale che i genitori avvisino immediatamente insegnanti e dirigenza scolastica. La scuola ha l’obbligo di attivare protocolli interni contro il bullismo, monitorare i casi e intraprendere azioni educative e disciplinari. Documentare gli eventi è fondamentale: conservando messaggi, screenshot e testimonianze, in particolare in caso di cyberbullismo. Inoltre, è consigliabile coinvolgere professionisti: psicologi scolastici e associazioni possono assistere i ragazzi nell’affrontare le esperienze negative. Infine, se il bullismo si manifesta in forme gravi, con minacce o violenze fisiche, i genitori devono rivolgersi alle forze dell’ordine o al tribunale dei minori.

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