Nuove indagini sull’omicidio di Liliana Resinovich a Trieste
Trieste, 15 luglio 2025 – Gli agenti della polizia giudiziaria sono ritornati nell’abitazione di Sebastiano Visintin, indagato per l’omicidio della moglie, Liliana Resinovich, nella città di Trieste. Questa nuova perquisizione è stata voluta dalla pm Ilaria Iozzi e ha avuto come obiettivo specifico l’analisi dei strumenti utilizzati da Visintin nel suo lavoro di arrotino, in particolare quelli dedicati all’affilatura dei coltelli, riporta Attuale.
Durante un precedente intervento, avvenuto il 9 aprile, le forze dell’ordine avevano già trovato e sequestrato un maglione giallo, guanti in pile e oltre 700 attrezzi tra cui coltelli, forbici e cesoie. Adesso gli inquirenti sono interessati a effettuare ulteriori verifiche sull’attività che il sospettato afferma di aver svolto presso il laboratorio di via Donadoni, accessibile solo il giorno della scomparsa di Lilly, avvenuta il 14 dicembre 2021. Il corpo di Liliana è stato ritrovato circa tre settimane dopo in un’area boschiva dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste.
Alla perquisizione hanno partecipato membri della Squadra Mobile, esperti della polizia scientifica e due consulenti della Procura. Il caso di morte della 63enne, inizialmente classificato come suicidio, sembra ora intraprendere una nuova direzione investigativa. Il 23 giugno scorso, è stato ascoltato Claudio Sterpin, un amico di Liliana, il quale ha rivelato di avere un appuntamento con la donna la mattina della sua scomparsa. Secondo Sterpin, il marito della vittima sarebbe a conoscenza di dettagli cruciali e sarebbe coinvolto nell’omicidio: “Sa tutto quello che è successo”, ha dichiarato.
Nel frattempo, gli avvocati di Visintin stanno cercando di impugnare una decisione del gip Flavia Mangiante, che ha respinto la loro richiesta di una seconda perizia legale. I legali fanno riferimento a evidenti “discrepanze scientifiche” emerse tra le due perizie finora condotte; la prima, effettuata subito dopo il ritrovamento del corpo, ha alimentato l’idea del suicidio, mentre la seconda, condotta dalla dottoressa Cristina Cattaneo, ha suggerito un possibile omicidio con soffocamento da parte di terzi.
La gip ha disposto di effettuare nuovi esami di natura genetica, merceologica e dattiloscopica sui reperti già analizzati, oltre a ulteriori oggetti trovati nel laboratorio di Visintin. Queste analisi dovrebbero iniziare l’8 settembre e dovranno essere completate entro quattro mesi.
La prossima udienza relativa all’incidente probatorio è stata fissata per il 30 marzo 2026.