Degli incendi appiccati alle urne sulle strade hanno distrutto centinaia di voti destinati a Kamala Harris e Donald Trump. Il problema era già sotto osservazione delle autorità statunitensi e c’è il timore che atti di questo tipo possano aumentare: che cosa sappiamo
A pochi giorni dalle elezioni presidenziali statunitensi, centinaia di schede elettorali sono state distrutte da incendi dolosi appiccati alle urne che le contenevano. Lì c’erano i voti via posta per Kamala Harris o Donald Trump espressi dai cittadini in anticipo rispetto al giorno delle elezioni, il 5 novembre. Le indagini sono in corso anche se le autorità federali erano in allerta da tempo per qualcosa di simile. Ora, il rischio è quello dell’emulazione.
Incendi appiccati alle urne elettorali: che cosa sappiamo
Tre urne per la raccolta delle schede elettorali sono andate a fuoco in due località differenti, a Portland, in Oregon, e nella vicina Vancouver, nello stato di Washington. Nel primo caso, molte delle schede non sono state bruciate, grazie al sistema di spegnimento all’interno dell’urna e a una guardia di sicurezza che si trovava nelle vicinanze. Alla fine le schede danneggiate sono state solo tre su quattrocento.
A Vancouver invece centinaia di schede sono state distrutte nonostante la presenza del sistema antincendio. Le autorità hanno dichiarato che è stato recuperato materiale sufficiente dagli ordigni incendiari per dimostrare che i due incendi erano collegati non solo tra loro ma anche con un altro caso verificatosi sempre a Vancouver in cui nessuna scheda è andata persa.
Come riporta l’Associated Press, la contea responsabile, quella di Clark, ha deciso di assumere del personale per monitorare tutte le sue cassette di deposito voti per ventiquattro ore al giorno fino alla fine delle elezioni. I lavoratori avranno l’ordine di osservare semplicemente le urne e di chiamare il numero di emergenza, il 911, in caso di problemi.
Anche a Phoenix, una settimana fa, cinque schede sono state distrutte e altre danneggiate a causa di un incendio in una cassetta di una stazione del servizio postale statunitense. Gli elettori che pensano di aver perso il proprio voto negli incendi potranno richiedere una scheda sostitutiva.
In Oregon, i funzionari elettorali hanno affermato che intendono contattare i tre elettori interessati utilizzando “identificatori univoci sulle loro buste elettorali, in modo che possano ricevere schede sostitutive. “Gli elettori devono avere la certezza che, anche se le loro schede sono nelle urne interessate, i loro voti verranno conteggiati”, ha detto il direttore delle elezioni della contea di Multnomah.
Le scritte “Free Gaza” e la Volvo sospetta
I dispositivi usati per appiccare il fuoco alle urne a Portland e Vancouver presentavano delle scritte con le parole “Free Gaza”. La notizia è stata diffusa dal New York Times. La Cnn ha contattato la polizia della città che ha rifiutato di commentare, affermando però che i dispositivi usati saranno oggetto di analisi forensi per stabilire l’origine delle scritte.
Le immagini di sorveglianza hanno catturato una Volvo di colore scuro, risalente ai primi anni 2000, che si fermava davanti alla cassetta di sicurezza a Portland. Poco dopo, delle guardie di sicurezza hanno notato del fumo uscire dall’urna e hanno dato l’allarme.
“Non conosciamo i motivi dietro questi atti, a questo punto sembrano tre, ma sappiamo che atti come questo sono mirati e intenzionali”, ha detto il vice capo della polizia di Portland, Amanda McMillan. “Siamo preoccupati per un atto intenzionale che cerca di influenzare il processo elettorale”.
L’Fbi e il procuratore degli Stati Uniti per il distretto occidentale di Washington hanno aperto le indagini sui casi.
L’allarme dell’agenzia federale: “Sui social metodi per sabotare le urne”
Questi incendi arrivano dopo che un bollettino del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti avvertiva di incidenti simili. Il documento è stato condiviso dall’organizzazione no profit Property for the people. “Alcuni utenti dei social media stanno discutendo e incoraggiando vari metodi per sabotare le urne elettorali ed evitare di essere scoperti, aumentando probabilmente il potenziale di rischio […] durante il ciclo elettorale del 2024”, si legge.
“L’infrastruttura elettorale rimane un obiettivo invitante per alcuni estremisti violenti interni e altri attori che cercano di interrompere il processo democratico e le operazioni elettorali”, l’avvertenza del bollettino. Tra i metodi per dare fuoco alle urne c’è l’uso di razzi stradali, fuochi d’artificio, benzina, olio di lino, fosforo bianco, cemento o schiuma espandente, candeggina, altri prodotti chimici e macchine agricole.
Altri potenziali metodi di disturbo includono l’inserimento di indicazioni false o fuorvianti per indicare che le urne elettorali sono “fuori servizio”, l’utilizzo di urne finte nelle vicinanze o l’inserimento di esplosivi a tempo.
Cosa c’è dietro ai voti bruciati
A differenza di Phoenix, Arizona, Washington e Oregon, dove ci sono stati gli ultimi incendi dolosi, non sono tra gli stati contesi tra democratici e repubblicani che decideranno le elezioni presidenziali. Entrambi gli stati dipendono dal sistema di voto via posta, con solo l’1% della popolazione che va a votare in presenza, come riporta la Cnn.
Negli ultimi anni, le urne per depositare le schede elettorali del voto anticipato hanno ricevuto crescenti critiche dai repubblicani e sono state al centro di varie teorie del complotto che vogliono dimostrare la non regolarità delle elezioni del 2020 vinte da Joe Biden contro Donald Trump.
Secondo il Voting Rights Lab, questo clima ha portato dodici stati a emanare progetti di legge che vietano o limitano l’accesso al voto secondo queste modalità.