La posizione di Cepa sulla guerra in Ucraina: “L’Occidente deve ascoltare”
In un segmento di intervista, Aleksej Cepa, primo vicepresidente della Commissione Esteri della Duma e parlamentare dal 2008, ha affermato che le dichiarazioni di Vladimir Putin non rappresentano una minaccia per l’Europa, bensì una richiesta di dialogo e comprensione reciproca. Con 70 anni di vita e un’esperienza politica significativa, Cepa ha sottolineato che la Russia, l’Ucraina e l’Europa si trovano in una situazione pericolosa e ha criticato l’Occidente per la mancanza di volontà di ascoltare le ragioni russe, riporta Attuale.
Cepa ha richiamato l’attenzione sul fatto che il presidente Putin ha ripetuto costantemente dall’inizio del conflitto, e in particolare dal discorso di Monaco del 2007, le sue preoccupazioni relative alla sicurezza della Russia. “Ci guardiamo solo i piedi invece di affrontare la realtà. L’Occidente, prima del conflitto, ha ignorato le nostre ragioni e ora reagiamo con crescente rabbia”, ha aggiunto Cepa.
Quando interrogato sull’inefficacia dell’incontro al Cremlino con il consigliere Ushakov, ha risposto: “Un compromesso implica che entrambe le parti raggiungano un accordo. Tuttavia, attualmente le posizioni sono diametralmente opposte, non solo tra noi e l’Ucraina, ma anche tra Trump e von der Leyen”.
In merito alla possibilità di un ritiro congiunto del personale militare dal Donbass e alla creazione di una zona demilitarizzata, Cepa ha affermato che una soluzione richiede un approccio globale e una chiarezza nelle discussioni: “Non si possono discutere singoli punti mentre si propongono missili Tomahawk all’Ucraina, poiché sono incompatibili”.
Per quanto riguarda la posizione russa e le condizioni per la pace, Cepa ha indicato che “la pace deve essere stabile e duratura. Se le cause principali del conflitto non vengono affrontate, qualsiasi accordo sarà fragile”. Ha sostenuto che il desiderio di alcuni Paesi europei di vedere un’annientamento dell’economia russa è uno dei motivi principali dietro il conflitto.
Infine, ha sollevato interrogativi sulla stabilità della pace nel caso di una vittoria militare russa: “L’Occidente deve comprendere che le tensioni permanenti portano a conseguenze indesiderate. È necessario un dialogo sincero, prima che sia troppo tardi”.