Chiodo e blackout: i mega ritardi del 2 ottobre e il rischio multa per Rfi

11.07.2025 18:05
Chiodo e blackout: i mega ritardi del 2 ottobre e il rischio multa per Rfi

A riportare la situazione è la recente delibera dell’Autorità dei Trasporti, pubblicata oggi. Secondo quanto comunicato da Rfi, la società si sarebbe “attivata nell’immediato”, ma il ministro Salvini aveva inizialmente accusato un operaio di una ditta appaltatrice di aver piantato un chiodo. Questo evento è culminato nel noto “caso del chiodo” che, il 2 ottobre scorso, ha causato il fermo di centinaia di treni a partire dalla stazione Termini di Roma. Sebbene al tempo il ministro dei Trasporti avesse incolpato la società appaltatrice, l’Autorità regolatrice dei trasporti ha evidenziato nella sua relazione che la gestione dell’emergenza da parte di Rfi ha peggiorato la situazione, provocando ritardi e cancellazioni che con una gestione adeguata avrebbero potuto essere evitate. Questo è il fulcro dell’azione dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art), che oggi, 11 luglio, ha comunicato l’avvio di procedure sanzionatorie contro Rfi – controllata al 100% dallo stato tramite Fs – attribuendo la responsabilità dell’accaduto alla società. “Non sono state adottate le misure adeguate per garantire l’esercizio e la manutenzione dell’infrastruttura, assicurandone l’accessibilità e la funzionalità”, si legge nel documento.

La sanzione

Per questa violazione, Rete Ferroviaria Italiana potrebbe ricevere una multa pari al 2% del fatturato realizzato nell’ultimo anno. Con un fatturato che nel 2024 ha superato i 2,8 miliardi di euro, una sanzione del 2% ammonterebbe approssimativamente a 57 milioni di euro. Tuttavia, il limite massimo della multa sarà fissato a non oltre i 2 milioni di euro.

Il mistero delle sim scadute

Rfi viene criticata in vari punti della delibera riguardo alla gestione delle difficoltà riscontrate il 2 ottobre. Tra le problematiche più gravi spicca il mistero dell’allarme che non è mai scattato quando l’alimentazione elettrica è venuta a mancare, causando un ritardo di ore nell’intervento dei tecnici. I sistemi di sicurezza dovrebbero attivarsi immediatamente in caso di guasti, grazie a dispositivi che inviano SMS e chiamate ai responsabili e ai tecnici disponibili. Tuttavia, si è scoperto solo dopo che tutte le Sim delle centraline erano esaurite di credito, disattivandosi automaticamente in accordo con i contratti con gli operatori telefonici. Questo ha compromesso il meccanismo di allerta, tenendo i responsabili e i tecnici all’oscuro dell’emergenza.

Il gruppo elettrogeno mai partito

Un’altra questione di rilievo è che, sebbene il danno iniziale al cavo abbia causato la disalimentazione della cabina, si è verificato un “blocco permanente della logica” all’interno della cabina di media e bassa tensione di Roma Termini. Tale blocco ha impedito il passaggio automatico dall’alimentazione Acea (quella compromessa) a quella di Fs, che era disponibile. Le conseguenze hanno reso il problema ancora più grave: il gruppo elettrogeno di emergenza non è scattato, poiché l’alimentazione FS era comunque attiva, e l’alimentazione momentanea è stata garantita soltanto dalle batterie UPS di backup, che hanno rapidamente esaurito le loro risorse.

Rfi ha dichiarato di essersi “attivata nell’immediato” per fornire all’Art “tutte le informazioni e i documenti necessari a dimostrare la correttezza del proprio operato, mantenendo massima trasparenza e collaborazione”. Inoltre, hanno affermato: “Quanto accaduto il 2 ottobre 2024 è stato oggetto di attente valutazioni interne che hanno dimostrato l’attivazione tempestiva di misure necessarie per ripristinare la circolazione”.

L’opposizione

La vicenda è stata oggetto di interventi anche da parte dell’opposizione. “Altro che sabotaggio. La delibera inchioda Rfi alle sue responsabilità nella gestione dell’emergenza. Salvini smetta di nascondere il suo fallimento e chieda scusa agli italiani e al Parlamento per aver omesso fino a oggi la verità su una negligenza gravissima del gestore della rete ferroviaria nazionale,” ha dichiarato Andrea Casu (Pd), sottolineando le parole del ministro dei Trasporti, che nei giorni successivi all’incidente aveva suggerito l’idea di un sabotaggio, facendo intendere che si fosse trattato di un’azione dolosa.

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