Class action contro il sito di revenge porn: avvocati puntano a mille denunce per far emergere il problema

02.09.2025 05:55
Class action contro il sito di revenge porn: avvocati puntano a mille denunce per far emergere il problema

Denunce contro il sito Phica.eu: avvocati uniti per combattere il “revenge porn”

Il sito sessista Phica.eu, frequentato da individui disturbati e manipolati dall’intelligenza artificiale, è al centro di una mobilitazione legale per contrastare il fenomeno del “revenge porn”. L’avvocata Annamaria Bernardini de Pace ha unito le forze con un pool di 12 legali per presentare centinaia di segnalazioni e portare a un aumento delle azioni legali, con l’obiettivo di presentare mille denunce. “Vogliamo violentare la giurisprudenza”, afferma Bernardini de Pace, “così come sono state violentate le donne che hanno subito uno stupro di gruppo. Se riuniremo mille denunce, forse i giudici si preoccuperanno seriamente del fenomeno”, riporta Attuale.

La questione non si limita alla vergogna e alla rabbia delle vittime; emergono anche episodi di estorsione. Un caso ha rivelato che una vittima è stata costretta a pagare quasi duemila euro per far rimuovere le sue foto dal sito, evidenziando l’esistenza di organizzazioni criminali che operano all’interno di queste “incubatrici” di violenza. La donna ha subito una violenza doppia: l’umiliazione pubblica seguita dal ricatto economico.

Fiorella Zabatta, co-portavoce di Europa Verde, sottolinea la necessità di un copyright sul corpo: “Contro il vuoto normativo, facciamo come i danesi: i nostri tratti somatici, la nostra voce e le nostre foto siano protetti da un diritto d’autore personale e inalienabile. La pubblicazione non consensuale diventerà una violazione diretta di questo diritto, con conseguenze penali ed economiche gravissime”.

La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio ha deciso di accelerare i tempi per affrontare il problema. “Oggi le policy di controllo delle piattaforme sono una rete dalle maglie larghe”, ha osservato la presidente Martina Semenzato. “Anonimato? Se c’è un profilo che offende, manipola e strumentalizza, qualcuno deve risponderne”. Le forze coinvolte, tra cui la polizia postale e le associazioni, sono chiamate a riflettere e agire con urgenza. Nonostante la chiusura del sito, rimane evidente l’esistenza di un sistema ampio che ha operato per anni, raccogliendo migliaia di foto trasformate in materiale pornografico senza il consenso delle interessate.

Il gestore del sito, Roberto Maggio, imprenditore romano attualmente tra Dubai e Sofia, ha negato qualsiasi colpevolezza, affermando che la sua società Hydra si occupa solo di transazioni e non di contenuti. La procura romana attende un’informativa dalla polizia postale, che sta esaminando i commenti sessisti e raccogliendo prove per il catalogo di reati che include “revenge porn”, estorsione e violazione della privacy.

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