Per Mihkelson, presidente della commissione Affari Esteri del Parlamento estone e membro del partito dell’Alto rappresentante Kallas, “è il momento di smettere di ripararci dietro gli Usa, dobbiamo spendere di più per la Difesa”
L’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti non cambierà la determinazione dell’Unione europea a sostenere l’Ucraina nella sua guerra contro Vladimir Putin. Anzi, spingerà il blocco ad aumentare il proprio sostegno militare nel caso in cui Washington dovesse diminuire il suo. La vittoria di Kiev resta “l’unica soluzione” per raggiungere la pace e l’Europa “non deve farsi passare sulla testa” da nessuno per quanto riguarda la soluzione da dare al conflitto.
Ne è convinto Marko Mihkelson, presidente della commissione Affari Esteri del Parlamento dell’Estonia, uno dei Paesi che hanno assicurato da subito maggiore sostegno all’Ucraina. Mihkelson è membro del Partito Riformatore Estone, una formazione politica di stampo liberale la cui leader è Kaja Kallas, nominata nuova Alto rappresentante dell’Ue, cioè il ministro degli Esteri del blocco. “Dal punto di vista del sostegno all’Ucraina per noi non cambia nulla, dobbiamo continuare a sostenere il piano per la vittoria del presidente Volodymyr Zelensky, perché l’unica soluzione per raggiungere la pace è la vittoria dell’Ucraina”, dice Mihkelson in un’intervista a Today.it.
Un’Europa più autonoma
Trump ha promesso che da presidente porrà fine al conflitto “in un giorno”, e le sue dichiarazioni fanno presagire che il sostegno militare a Kiev verrà pesantemente ridimensionato, se non addirittura eliminato. “Al di là di tutto, con o senza gli Usa, l’Ucraina vorrà andare avanti per la sua strada, anche se per loro dovesse essere più difficile. Ed è importante quindi che l’Europa giochi un ruolo molto più importante nel sostegno al Paese e che aumenti i suoi aiuti se necessario”, sostiene Mihkelson.
Il politico ritiene che per l’Europa l’elezione di Trump potrebbe rivelarsi un’opportunità. “Per l’Europa ci saranno sicuramente delle conseguenze, e la prima è che dobbiamo una volta per tutte capire che non possiamo continuare a ripararci dietro gli Stati Uniti ma dobbiamo dotarci della forza e della capacità di difenderci in maniera autonoma ed essere una attore globale autonomo. L’Europa deve rivedere il modo in cui si confronta con i suoi nemici e deve essere pronta a lottare per se stessa e i suoi alleati”.
Preservare la Nato
Con l’elezione del repubblicano a nuovo presidente degli Stati Uniti in tanti temono un disimpegno, se non addirittura un addio, degli Usa alla Nato, uno scenario che per Mihkelson deve essere assolutamente evitato. “L’Europa deve fare di tutto per preservare l’Alleanza transatlantica perché questa alleanza è vitale per tutti noi, ne abbiamo bisogno. Quindi dovremo trovare il modo di dialogare con Trump e di stabilire un nuovo equilibrio. E dobbiamo anche riconoscere le cose che non vanno, come ad esempio il fatto che c’è in effetti uno sbilanciamento rispetto al contributo di ogni Paese nelle spese per la Difesa”.
L’Estonia è un piccolo Paese ex sovietico di solo quasi un milione e mezzo di abitanti, ma che ha sempre preso le questioni di sicurezza molto seriamente, probabilmente anche perché confina con la Russia. La spesa per la Difesa della nazione, rispetto al suo Pil, è superiore anche a quella degli Stati Uniti. Quest’anno si è attestata al 3,43% del prodotto interno lordo, una percentuale ben superiore al target del 2 per cento indicato dall’Alleanza e secondo solo al 4,12 per cento della Polonia.
Ma non tutti gli alleati spendono altrettanto. Come Europa “non spendiamo abbastanza in difesa e quello che diamo all’Ucraina non è sufficiente, in questo senso l’Europa dovrebbe giocare un ruolo molto più importante”, soprattutto nel caso in cui ci dovesse essere un disimpegno degli Usa.
La soluzione negoziata
E l’Ue non deve permettere a nessuno, nemmeno a Trump, di facilitare un accordo che non sia conveniente per il blocco. “Nessuno deve passare sopra la nostra testa per decidere come si deve concludere il conflitto in Ucraina, nessuno ci deve dire dove sono i nostri confini né chi può essere un membro dell’Ue. Per questo dobbiamo sostenere la vittoria dell’Ucraina e il suo diritto a riprendersi tutti i suoi territori. Solo così ci assicureremo una pace duratura e scoraggeremo chiunque voglia in futuro pensare di fare una guerra contro di noi”, sostiene Mihkelson.
Una sfida esistenziale
In questo senso un ruolo molto importante lo avrà la nuova Commissione in cui due ruoli strategici sono stati dati a rappresentanti dei Paesi baltici: la politica Estera all’estone Kallas e il nuovo portafoglio della Difesa al lituano Andrius Kubilius. “La nuova Commissione è molto più bilanciata, e questo dà all’esecutivo anche una prospettiva diversa su come guardiamo il mondo. Certo le sfide non sono solo nell’est dell’Europa, ci son la questione mediorientale da affrontare, il Sahel, la Cina e tante altre importanti questioni a livello mondiale che dovranno essere affrontate. Ma la sfida esistenziale per l’Europa è ad est, in Ucraina”.