29 luglio 2023, Australia rurale. Quello che all’apparenza potrebbe sembrare un tranquillo pranzo in famiglia si trasforma in una drammatica tragedia. Tra le cinque persone a tavola, solo due sopravvivranno. Una di queste è la donna che, oggi, a distanza di due anni, è stata condannata per omicidio. Erin Trudi Patterson, 50 anni, ora attende di sapere la sua pena dopo che un tribunale di Morwell l’ha giudicata una fredda assassina, accusata di aver ingannato gli investigatori attraverso una serie di bugie e contraddizioni che hanno aggravato ulteriormente la sua posizione. Numerosi reporter presenti in aula l’hanno descritta impassibile anche nel momento in cui apprende che la sua vita in prigione è ormai certa, nonostante si sia sempre dichiarata innocente. Ora ha 28 giorni per presentare ricorso, riporta Attuale.
Il filetto alla Wellington
Il dramma inizia con un innocuo invito a pranzo rivolto all’ex marito Simon, assieme ai genitori Don e Gail Patterson, alla sorella di Gail, Heather Wilkinson, e al marito di quest’ultima, Ian. Simon decide di disertare il pranzo a causa di dissapori con Erin. Pertanto, solo le due coppie anziane si presentano. Quella mattina, Erin si dedica alla preparazione di uno dei piatti tipici australiani: il filetto alla Wellington. Per rendere il piatto più saporito, aggiunge una crema ai funghi, ingrediente che si rivelerà fatale.
Il pasto avvelenato
Dopo il pranzo, tutti i commensali, inclusa Erin, mostrano sintomi come nausea, vomito e diarrea. Inizialmente si pensa a un’intossicazione alimentare, ma il giorno dopo, una volta arrivati al pronto soccorso, i medici rivelano che si tratta di avvelenamento da funghi tossici. Erin presenta sintomi minori e viene dimessa nel giro di pochi giorni, mentre per gli altri quattro la situazione si aggrava drasticamente: Don e Gail Patterson perdono la vita tra il 4 e il 5 agosto, seguiti da Heather Wilkinson. L’unico sopravvissuto, Ian Wilkinson, si risveglia dopo settimane in coma e diventa un testimone chiave nel processo.
La verità dietro le bugie
Ian Wilkinson racconta in aula che, al momento di servire il filetto, Erin ha preparato i piatti in modo differente: l’ospite ha ricevuto una porzione grigia, mentre per sé stessa ha scelto un piatto arancione. Durante le indagini, Erin ha affermato che la sua condizione di salute, relativa alla bulimia, le ha permesso di affrontare meglio l’avvelenamento poiché, secondo lei, aveva vomitato parte del piatto prima di sentirsi male. In merito ai funghi, Erin ha insistentemente sostenuto che si trattasse di un incidente terrificante, spiegando di aver miscelato funghi comprati in negozio con altri da lei raccolti. Tuttavia, questa informazione è emersa solo dopo pressioni da parte degli investigatori: ha infatti tentato di eliminare il dispositivo per disidratare i funghi subito dopo il suo ritorno a casa, dichiarando che il suo gesto era frutto di vergogna e paura.
Le bugie non si fermano qui. L’unico sopravvissuto ha riferito che, durante il pranzo, Erin ha affermato di avere un cancro, notizia poi rivelatasi falsa. In aula, ha spiegato che menteva poiché intendeva sottoporsi a un intervento di riduzione dello stomaco per dimagrire e non se la sentiva di rivelare il vero scopo dell’operazione. Le domande ora si intensificano: quali sono le ragioni dietro a tale dramma? Nonostante la condanna, il movente resta ancora avvolto nel mistero.