Cosa succederà all’Ucraina dopo le elezioni europee

24.05.2024
Cosa succederà all'Ucraina dopo le elezioni europee
Cosa succederà all'Ucraina dopo le elezioni europee

Bruxelles vorrebbe avviare i negoziati di adesione con Kiev il prima possibile. Cresce la pressione su Budapest affinché abbandoni la sua opposizione all’ingresso in Ue del Paese aggredito

L’Ue è pronta ad avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’indomani delle elezioni europee. Ma proprio il voto per il rinnovo dei seggi del Parlamento di Strasburgo (che a sua volta influenzerà la composizione della prossima Commissione Ue) potrebbe alzare un muro sul cammino di Kiev. Anche prima del weekend elettorale, tuttavia, c’è già un altro problema a Bruxelles: il veto del premier ungherese Viktor Orbán. 

Stando alle indiscrezioni raccolte dal quotidiano Politico, ci sarebbe addirittura già una data cerchiata, forse ancora a matita, sul calendario dell’Ue: il 25 giugno. Si tratta del momento in cui gli Stati membri vorrebbero aprire formalmente i negoziati di adesione con l’Ucraina, il che – trattati alla mano – comporta l’avvio di una conferenza intergovernativa tra i Ventisette e il Paese candidato (cui potrebbe aggiungersi anche la Moldova).

Ma perché questo possa avvenire vanno prima vinte le resistenze dell’uomo forte di Budapest. Il leader magiaro (che molti considerano il “cavallo di Troia” del Cremlino in Ue) sta ritardando da mesi questo processo, e in generale il sostegno dell’Unione alla resistenza ucraina. Ma nei corridoi di Bruxelles sta ora circolando un adagio diverso. In sostanza, se è vero che Orbán ha finora voluto evitare la questione bollente dell’ingresso di Kiev nel club europeo per ragioni elettorali, più di qualcuno sostiene ora che a Budapest faccia in realtà comodo “sbarazzarsi” del dossier allargamento entro il primo luglio, quando comincerà il semestre di presidenza ungherese del Consiglio.

Scopriremo nelle prossime settimane, durante le quali gli ambasciatori degli Stati membri cercheranno di limare gli elementi più controversi del quadro negoziale, quale approccio sceglierà l’Ungheria: se si dimostrerà più conciliante o se continuerà a mettersi di traverso. Vale a dire, quanto avrà successo l’intenso lavoro di lobbying che stanno portando avanti da mesi tanto dai vertici comunitari (soprattutto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel) quanto lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

Nel frattempo, è lecito chiedersi cosa ne pensino gli europei. È la domanda che si è posto lo European council on foreign relations (Ecfr) in un sondaggio dello scorso dicembre, con il quale ha indagato i sentimenti dei cittadini dei Ventisette riguardo alla possibilità di un allargamento dell’Ue all’Ucraina e agli altri Paesi candidati: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Kosovo, Macedonia del Nord, Moldova, Serbia e Turchia. 

In termini aggregati, il 37% degli europei sostiene l’ingresso di Kiev nell’Ue, mentre è contrario un terzo degli intervistati (33%). Le percentuali ovviamente variano nei vari Paesi membri: tra quelli nei quali è stata condotta la rilevazione, Danimarca e Polonia registrano le percentuali più alte di favorevoli all’adesione dell’Ucraina (50% e 47% rispettivamente), mentre l’Austria è l’unico in cui la maggioranza assoluta è contraria (52%), seguita dalla Germania (39%). 

Più di quattro polacchi su dieci (43%) ritengono che l’ingresso dell’Ucraina in Ue avrà un impatto positivo sull’economia del blocco, porzione che scende al 37% secondo i romeni. Per il 54% dei danesi, invece, l’impatto sarà negativo, opinione condivisa anche dal 46% degli austriaci. A livello aggregato, gli ottimisti sono il 30% e i pessimisti il 38%. 

Sono ancora Polonia e Romania a ritenere che includere Kiev nel blocco europeo produrrà anche dei vantaggi per la sicurezza (39% e 32% rispettivamente), mentre sono dell’idea opposta gli intervistati in Austria (63%) e Germania (51%). Giova sottolineare che, tra i Paesi inclusi nel sondaggio dell’Ecfr, l’Austria è l’unico neutrale e non membro Nato. La media tra tutti i campioni intervistati è di 25% ottimisti e 45% pessimisti. 

Quanto al peso dell’Unione sulla scena internazionale, il 43% dei polacchi e il 35% dei danesi crede che sarebbe aumentato dall’Ucraina come ventottesimo Stato membro, mentre la pensano all’inverso il 42% degli austriaci e il 33% dei tedeschi. La media è del 31% per chi si aspetta un miglioramento e del 29% per chi prevede un peggioramento.

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