Crepet critica il sindaco Lepore: “Distribuire pipe è arrendersi al crack”

29.08.2025 03:35
Crepet critica il sindaco Lepore: “Distribuire pipe è arrendersi al crack”

Crack a Bologna: il professor Crepet critica l’intervento del Comune

Roma, 29 agosto 2025 – “Alziamo pure bandiera bianca. E ammettiamolo una volta per tutte: abbiamo fallito, possiamo brindare a una storica sconfitta”. È quanto afferma il professor Paolo Crepet, commentando l’iniziativa dell’amministrazione bolognese di distribuire pipe gratuite per il crack, con l’intenzione di ridurre il danno. “Evitiamo una tracheite, ma rischiamo di tirare dentro anche chi stava solo valutando la possibilità. Se un Comune dice che l’unica cosa da fare è questa e non, per esempio, contrastare i pusher, ha già perso. Pensi al paradosso: obbligo dei 30 all’ora sulle strade dove chi è fatto e strafatto passa dagli effetti della stimolazione alla depressione e nemmeno vede i semafori,” riporta Attuale.

Crepet sottolinea che “prendere atto di un problema è sempre meglio che voltare la testa”, ma avverte che ciò implica l’ammissione di un’impotenza totale di fronte a un fenomeno ben oltre il solo crack. “Il mercato della droga da mezzo secolo è gestito dalla malavita. Che nessuno abbia avuto il coraggio di fare terra bruciata attorno alla malavita è altrettanto evidente. Oggi ne abbiamo la conferma,” dichiara. Aggiunge, “mi auguro almeno che sia l’occasione buona per riflettere sulle centinaia di ragazzi che vogliono bruciarsi il cervello.” La situazione si aggrava, con il 55% degli utenti di crack italiani, una realtà che non sorprende Crepet, ma evidenzia l’assenza di un’orda barbarica nelle piazze.

Il professor Crepet interroga anche sull’operato dei sindaci, “domandandosi se finora hanno fatto le cose giuste per prevenire tutto questo”. Riporta l’esperienza di molte città, dove le piazze e le strade, anche nelle più piccole, sono diventate rischiose, instillando paura nei residenti. “Dicono: intanto preveniamo danni collaterali dell’uso del crack. E voglio crederci, sono esperti del Sert. Ma temo non sia la strada per dissuadere chi fa uso della sostanza, anzi. La vedo come un’agevolazione e comprendo chi si sente giustificato: mi assicurano che non prenderò l’epatite… Io spiegherei piuttosto che il crack è un elettroshock per il cervello,” chiarisce.

Crepet solicitudina che il ministero della Salute e l’Istituto superiore della sanità contino i morti, come avviene in America con il Fentanyl, e garantiscano ai Comuni statistiche dettagliate. “Si drogano di più a Bologna o a Potenza? Hanno meno di 30 anni o arrivano ai 50? Sono tre o 300 mila? Avere un’idea può aiutare a gestire le notti,” dice. Riconosce che “il crack non può essere l’unico motivo di preoccupazione. C’è tutto il mercato clandestino degli psicofarmaci, l’alcol consumato in maniera smodata.” La sua critica culmina con un’osservazione sulla continua ripetizione di vecchie politiche inadeguate di fronte a un mercato drammaticamente cambiato, delineando un sistema di approcci ritenuto da lui inefficace e anacronistico.

Aggiungi un commento

Your email address will not be published.

Da non perdere