La recente sentenza della Corte Suprema argentina, che si estende per 27 pagine, ha confermato una condanna di sei anni di carcere per corruzione nei confronti di Cristina Fernández de Kirchner. Tra il 2007 e il 2015, Kirchner, che era considerata la figura più influente in Argentina, è stata accusata di aver commesso frodi ai danni dello Stato. Questa decisione segna la fine della sua partecipazione alle elezioni legislative provinciali del 7 settembre nel distretto di Buenos Aires, e segna l’inizio della sua interdizione a vita dai pubblici uffici, riporta Attuale.
Il legale di Kirchner, Alberto Beraldi, ha richiesto che la sua assistita possa scontare la pena agli arresti domiciliari, una possibilità consentita dalla legge per chi ha più di settant’anni. La leader peronista, ora settantaduenne, potrebbe quindi essere detenuta in attesa che un giudice convalidi questa richiesta, secondo quanto affermato da Andrés Gil Domínguez, docente di diritto costituzionale all’Università di Buenos Aires, come riportato dal New York Times.
La sentenza, che ha ricevuto un consenso unanime da parte dei giudici del massimo tribunale, riguarda il caso Vialidad. La giustizia ha stabilito che durante il suo mandato, Kirchner ha assegnato irregolarmente numerosi contratti di opere pubbliche all’imprenditore Lázaro Báez, il quale ha “rigirato i benefici indebitamente ottenuti” attraverso affari con aziende legate all’ex presidente.
In seguito all’emissione della sentenza, Kirchner ha dichiarato che il “partito della giustizia” ha messo un “lucchetto” non solo ai salari, ma anche al voto popolare e all’opposizione, e ha definito i tre giudici coinvolti nella decisione come “burattini” e “un triumvirato di figure vergognose”.
Kirchner ha anche accennato ad un parallelo con il tentato attentato subito il primo settembre 2022, quando un uomo le puntò una pistola in faccia. “In quel momento la pallottola non è uscita, ma oggi la sentenza sì che è uscita”, ha commentato.
Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, ha espresso il suo entusiasmo su X: “Giustizia. Punto”. Ha aggiunto che la Repubblica sta funzionando e che i giornalisti complici di politici disonesti sono stati smascherati nei loro rapporti sul presunto patto di impunità.