Il ministro della Difesa offre una spiegazione sul significato dell’aumento delle spese militari durante un evento a Bari, guidato da Nicola Porro. “Difendersi non vuol dire riempirsi di armi. Io devo difendermi dalla possibilità di attacco”, afferma Guido Crosetto, rispondendo alle domande del giornalista. “La difesa comporta costi elevati: la questione è se vogliamo investirvi o meno”, interroga il pubblico il ministro. “Il problema è che non ci si rende conto dell’importanza della difesa fino a quando non si subisce un attacco. L’Ucraina, ad esempio, ha trascurato la difesa fino ad ora e ora sta destinando tutte le sue risorse a questo settore.” Tuttavia, Crosetto sottolinea che “la questione non riguarda solo un potenziale attacco della Russia, ma un mondo che è cambiato radicalmente, dove la forza è diventata un mezzo di dialogo”, chiarisce durante l’incontro “Ripartenza, liberi di pensare”, riporta Attuale.
La leva militare e i soldati professionisti
Detto ciò, Crosetto si dissocia da chi ipotizza un possibile ritorno della leva obbligatoria in Italia a seguito del cambiamento del panorama geopolitico. “La leva obbligatoria è una follia”, afferma con determinazione. “Questo sistema potrebbe avere un valore educativo per le generazioni, ma è un’altra questione. La difesa deve essere gestita da professionisti”, sostiene il ministro. Sebbene “Israele abbia tre anni di leva obbligatoria per gli uomini e due per le donne, essendo un Paese che vive costantemente in uno stato di guerra”, Crosetto evidenzia che per l’Italia, l’obiettivo primario deve essere “aumentare il numero di professionisti seri nel settore militare. Questo rappresenterebbe già una vera e propria rivoluzione”.